Oncologia al Gom, demansionamento Correale: i giudici rigettano il ricorso dell’ex primario
Il commissario Scaffidi non ha dubbi: «La sentenza dimostra in tutto e per tutto la legittimità e correttezza dell’operato della Direzione»

Il Giudice del Lavoro del tribunale di Reggio Calabria Anna Bianco ha rigettato il ricorso presentato dall’ex primario del reparto di oncologia del Gom Pierpaolo Correale. Con ricorso depositato il 14 settembre 2023, Correale si era opposto alla Delibera n. 613 del 10.08.2023, adottata dal Commissario Straordinario del Gom Gianluigi Scaffidi, per effetto della quale non è stato confermato nell’incarico di Direttore dell’U.O.C. di Oncologia del Grande Ospedale Metropolitano.
Il ricorso
Nello specifico, Correale ha contestato una serie di vizi che «avrebbero affetto la procedura di valutazione effettuata in suo danno, primo fra tutti il fatto che la procedura stessa sarebbe stata svolta dopo la scadenza del quinquennio ed in forza di un regolamento adottato successivamente. Sempre sotto il profilo procedurale, ha eccepito, inoltre, la mancanza di contraddittorio nonché vizi attinenti alla costituzione e composizione del Collegio Tecnico preposto alla sua valutazione. Ha sostenuto, inoltre, la violazione dei principi di trasparenza ed imparzialità, nonché il difetto assoluto di motivazione, che si sarebbe tradotto in un vero e proprio “difetto di valutazione”».
Il contraddittorio
Il giudice ha esaminato e rigettato punto per punto i vizi sollevati da Correale confermando che la procedura che ha portato al suo demansionamento è stata legittima e il metodo corretto. In particolare, circa la mancanza di contraddittorio, il giudice ha evidenziato come «dal verbale emerge come il ricorrente abbia partecipato attivamente al processo valutativo, appuntando peraltro delle annotazioni a margine, sebbene si sia poi rifiutato di sottoscrivere entrambi i verbali».
Quanto alla presunta parzialità del valutatore il giudice ha rilevato come «le procedure di valutazione debbano essere improntate (tra l’altro) al principio della “diretta conoscenza dell’attività del valutato da parte del soggetto che, in prima istanza effettua la proposta di valutazione sulla quale l’organismo di verifica è chiamato a pronunciarsi”. Pertanto, la circostanza che il Capo Dipartimento fosse a conoscenza delle vicende giudiziarie che hanno interessato il ricorrente proprio con riferimento all’attività oggetto di valutazione, non può certamente rappresentare un elemento invalidante la procedura oggetto di giudizio».
Il commento del commissario
Il ricorso è stato, dunque, rigettato mettendo un punto su una vicenda che aveva suscitato non poco scalpore. Proprio per questo abbiamo chiesto al commissario Scaffidi un commento sulla sentenza in quale, al Reggino.it ha risposto in modo inequivocabile. «La sentenza dimostra in tutto e per tutto la legittimità e correttezza dell’operato della Direzione. Non ho nulla da dichiarare. Bisognerebbe chiedere, oggi, il parere a tutti quei soloni pseudo intellettuali, pseudo giornalisti e pseudotuttologi che, senza un minimo di conoscenza dei fatti e delle norme, hanno infangato e diffamato seri professionisti dell’ospedale arrivando anche a distribuire, senza avere la minima qualificazione, il titolo di “luminari” a compari e comari. Questa Direzione continuerà a lavorare, come sempre, esclusivamente per la tutela dei pazienti».
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