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Da Rosarno a Roma, martedì 11 giugno l’intitolazione di un parco alla memoria di Peppe Valarioti

Su impulso dell'associazione daSud, la mozione era stata presentata e approvata all'unanimità nei mesi scorsi dall'assemblea Capitolina. La cerimonia in occasione del 44° anniversario del delitto del giovane e coraggioso dirigente del Pci ucciso dalla 'ndrangheta

Da Rosarno a Roma, martedì 11 giugno l’intitolazione di un parco alla memoria di Peppe Valarioti

È al numero 104 di vie Diego Fabri, nel municipio 4 di Roma, il parco che dal prossimo martedì 11 giugno porterà il nome di Peppe Valarioti.
Nel giorno del 44° anniversario dell’omicidio del giovane e coraggioso dirigente del Pci di Rosarno, avvenuto a Nicotera l’11 giugno del 1980, alle ore 11 avrà luogo la cerimonia di intitolazione del parco. È prevista la presenza, tra gli altri, dell’assessore alla Cultura di Roma, Miguel Gotor, dei familiari di Peppe e dei rappresentanti dell’associazione Da Sud, da cui tutto è partito.

Peppe Valarioti voce DaSud

«Su impulso dell’associazione daSud, i consiglieri di Roma Capitale Giammarco Palmieri, primo firmatario della mozione, e Nella Converti hanno portato la proposta di intitolazione di un parco all’interno dell’Assemblea Capitolina. L’approvazione è avvenuta nei mesi scorsi. Le storie delle vittime innocenti delle mafie meritano di essere ricordate. Tutte. Come risarcimento – minimo, parziale, insufficiente – da parte di un Paese colpevole, perché troppe volte incapace di assicurare verità e giustizia alle centinaia di cittadine e cittadini uccisi dai clan.

Ma dobbiamo essere onesti: Giuseppe Valarioti per noi è una figura speciale. Il suo monito: “Se non lo facciamo noi, chi deve farlo?”, è stata per noi costante ispirazione. A Valarioti abbiamo dedicato libri, murales, una mediateca e tutto il nostro impegno. E continueremo a farlo. Per questo speriamo di avervi al nostro fianco martedì 11 giugno: l’antimafia ha qualcosa da dire». Così l’associazione DaSud invita alla partecipazione alla cerimonia nel suo post su facebook.

Peppe Valarioti oltre i confini della Calabria

«Desidero soprattutto ringraziare Danilo Chirico e l’associazione daSud per l’impulso dato a questa bella iniziativa che porta il nome di Peppe Valarioti fuori dai confini della Calabria. La cerimonia avverrà l’11 giugno, anniversario dell’omicidio, e la scelta di questo giorno renderà l’intitolazione del Parco a Roma ancora più suggestiva e significativa.
La storia di Peppe, per i forti valori etici di cui è impregnata, merita di essere conosciuta da tanti giovani, politici, intellettuali, cittadini non solo calabresi ma di tutta Italia. Questa iniziativa costituisce una tappa importante in questa direzione». Con queste parole Carmela Ferro, all’epoca fidanzata di Peppe Valarioti e oggi testimone impegnata, soprattutto nelle scuole, del suo fervore culturale e della sua passione civile, si prepara a essere a Roma martedì per la cerimonia di inaugurazione del parco.

La storia

Con i compagni era andato a festeggiare la vittoria elettorale del partito a Rosarno. Era la notte tra il 10 e l’11 giugno del 1980 e Peppe Valarioti aveva solo trent’anni. Sono trascorsi quarantaquattro anni e quel delitto resta ancora impunito, senza verità. La vicenda giudiziaria seguita al primo delitto politico-mafioso calabrese è stata scandita da omissioni, assoluzioni per insufficienza di prove e archiviazioni.

Le rivelazioni del pentito Pino Scriva hanno indicato un ruolo determinante delle cosche di ‘ndrangheta locali dei Piromalli, Pesce, Pisani come mandanti dell’omicidio. Nel marzo 2011 un apposito comitato ha chiesto la riapertura delle indagini. Ma ad oggi, ancora nessuna verità accertata in giudizio.

Classe 1950, diplomato al liceo classico Nicola Pizi di Palmi, laureato in Lettere Classiche all’università di Messina, Giuseppe Valarioti era professore di Lettere al liceo scientifico Raffaele Piria di Rosarno. Appassionato di studi archeologici dell’antica Medma, aveva uno spirito indomito, un intelletto vivace e un’autentica fede comunista. Era segretario di sezione e consigliere comunale di Rosarno. Denunciava incessantemente le ingiustizie sociali generate dalle angherie della ndrangheta e da un sistema di compiacenze e connivenze.

La memoria coltiva semi di speranza e, nel segno di Giuseppe Valarioti, continua a testimoniare che l’impegno contro il malaffare e la sopraffazione mafiosi non solo resta necessario oggi come ieri ma non conosce confini territoriali e temporali.

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