Da Rosarno a Pescara, fiorisce il prunus piantumato nel parco di Rancitelli in memoria di Peppe Valarioti
Se ne prende cura il professore Andrea D'Emilio che lo ha piantato lo scorso 1 marzo, giorno in cui il fervido dirigente comunista avrebbe compiuto 75 anni. Intanto a Rosarno, inaugurato il parco dell'antica Medma proprio di fronte al cimitero in cui Valarioti, anche studioso di archeologia, è sepolto

Peppe Valarioti sarebbe stato contento di questo traguardo. La storia archeologica dell’antica Medma era una delle sue passioni, lui che era professore di Lettere al liceo scientifico Raffaele Piria di Rosarno, impegnato politicamente nelle fila del Partito Comunista Italiano. L’auspicio è che questo legame che esiste tra Rosarno e la sua memoria possa declinarsi anche in questo parco, uno dei più vasti e importanti dell’area metropolitana reggina, insistente su una zona espropriata intorno agli anni ottanta del ‘900 e corrispondente alle aree sacre di Calderazzo e Sant’Anna.
Il parco archeologico sorge su una grande distesa di ulivi ubicata alle spalle del Museo, dove sono custoditi reperti di epoca magnogreca ritrovati nel corso degli scavi eseguiti nel Novecento da Paolo Orsi e dal rosarnese Salvatore Settis. Esso ricade nelle immediate vicinanze dell’attuale cimitero di Rosarno. «Mi piace pensare che Peppe, sepolto al cimitero, guardi a questo parco con lo stesso fervore con cui ne studiava e ne raccontava i tesori prima che, con i suoi trent’anni e la sua mente arguta e brillante, quella notte dell’11 giugno 1980, la violenza mafiosa lo portasse via», afferma Carmela Ferro, all’epoca fidanzata di Peppe Valarioti, oggi una docente di lettere in pensione e fervida testimone, soprattutto nelle scuole, della passione civile di Peppe Valarioti.
“Medma non si piega”
“Medma non si piega” sarà, per altro, proprio il titolo del film-documentario in lavorazione a cura di Ugly films. Una produzione autofinanziata e promossa in stretta sinergia con il territorio. «La nostra raccolta fondi – dichiara ancora Gianluca Palma che con Giulia Zanfino e Mauro Nigro sta realizzando il film-documentario – è ancora aperta per chi vorrà sostenere il progetto di memoria. Negli anni scorsi non è stata ammesso al finanziamento della Calabria Film Commission. Questo naturalmente non ci ha fermati. Rivitalizzaremo l’interlocuzione già avviata con la sovrintendenza Archeologica, che già ci aveva concesso una sorta di patrocinio morale, in vista della finalizzazione del lavoro.
È un’urgenza per noi per affermare una nostra idea di politica e di militanza al solo servizio del territorio. La Calabria mia e dei miei colleghi quella di Peppe Valarioti, Rocco Gatto, Giovanni Losardo e quanti hanno dato il sangue per la libertà di questa terra. Stiamo lavorando alacremente – dichiara ancora Gianluca Palma – per poter fare una prima proiezione in occasione dei 45 anni dell’uccisione di Peppe, il prossimo 11 giugno 2025. Ci terremmo molto. Incrociamo le dita».
Solo dieci giorni dopo il delitto Valarioti, il 21 giugno 1980, fu ucciso anche l‘assessore di Cetraro nel cosentino, oltre che segretario generale della Procura di Paola, Giovanni Losardo. Alla sua storia ha dedicato un docufilm proprio Giulia Zanfino.
Il prunus “semprerosso” a Pescara
Intanto il ricordo di Peppe Valarioti oltrepassa ancora una volta i confini regionalI per arrivare in Abruzzo. Nel quartiere tormentato di Rancitelli a Pescara, nel parco prima abbandonato e oggi riaperto, lo scorso Primo marzo, giorno in cui il giovane e coraggioso dirigente comunista di Rosarno, vittima del primo delitto politico mafioso della Calabria, avrebbe compiuto 75 anni, è stato piantumato un Prunus in sua memoria. L’albero sta già fiorendo.
Da Assunta Paladino a Peppe Valarioti
A compiere il gesto è stato appunto Andrea D’Emilio, professore di Storia e Filosofia, che nel 2012 ha assunto l’iniziativa di ripulire il parco che versava in uno stato di abbandono. «Fui io a riaprirlo in maniera extralegale dopo averlo ripulito, subendo per questo un processo penale che dopo anni mi ha visto assolto. Oggi – racconta il professore Andrea D’Emilio – dopo anni di chiusura ed apertura a singhiozzo, il parco è stabilmente aperto grazie ad un progetto pluriennale finanziato con soldi pubblici e privati e che vede capofila la onlus Prossimità alle Istituzioni».
La piantumazione è stata il frutto dell’iniziativa promossa insieme a Carmela Ferro. «Mi trovavo in Calabria, in particolare a Scilla in occasione dell’inaugurazione della biblioteca comunale intitolata alla memoria di Assunta Paladino, la partigiana, sindaca, psicologa e poetessa scillese poi trasferitasi a Pescara dove morì nel 2008. Iniziativa promossa con il nipote di lei, Francesco Cuzzi Brancacci, mentre il Comune era commissariato per mafia. In quella occasione, ho conosciuto la storia di Peppe tra quelle delle vittime della ‘ndrangheta. Mi sono subito appassionato e ho voluto saperne di più. Mi sono messo in contatto con Carmela Ferro – racconta il professore Andrea D’Emilio – e da allora con lei parlo spesso di lui».
Il sogno di Carmela
«L’idea del prunus nasce da un sogno di Carmela in cui lei chiedeva alla mamma di Peppe di poter piantare dei fiori in memoria del figlio e lei le rispondeva che tale gesto non sarebbe dipeso da lei. Ripensando al grido di battaglia di Peppe: “Se non lo facciamo noi, chi deve farlo?”, ho voluto piantare io un albero per Peppe e ho voluto farlo proprio nel parco dove è iniziata la mia militanza pubblica, quando nel 2012 ho deciso di ripulirlo e di restituirlo al decoro, strappandolo al degrado, al vandalismo e all’abbandono. Dunque un gesto simbolico in un luogo riscattato dove presto contiamo di apporre anche una targa in memoria di Peppe. Un albero “semprerosso” – conclude il professore Andrea D’Emilio – come la passione politica di Peppe di cui ogni giorno mi prendo cura e che già sta fiorendo».
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