A TU PER TU | Pasquale Neri e le sfide del Terzo Settore in Calabria: «Occorrono politiche di lungo periodo per un nuovo modello di sviluppo sociale» – VIDEO
Ospite del format presso gli studi del Reggino.it, il portavoce del forum Terzo Settore Calabria racconta il mondo variegato in cui confluiscono volontariato e cooperazione sociale al servizio del bene comune

In una regione piena di criticità e piena di potenzialità come la Calabria, il Terzo settore può davvero costituire una risorsa e segnare la strada verso un nuovo modello sociale «capace di generare bene comune e per esempio, prevenire anche lo spopolamento delle aree interne». Pasquale Neri, portavoce del forum del Terzo Settore Calabria, ospite degli studi del Reggino.it, racconta il mondo variegato in cui confluiscono volontariato e cooperazione sociale al servizio del bene comune.
«Un mondo con diverse anime che dialogano tra di loro, affrontando diversi temi. Tante realtà diventate famiglia a seguito del testo unico del Terzo Settore del 2017. È oggi un pezzo di quella Repubblica che dovrebbe rimuovere gli ostacoli ecco l’articolo tre della Costituzione e quindi garantire l’uguaglianza e l’accesso ai diritti e ai servizi. Il Terzo settore si pone, dunque, accanto alle Pubbliche amministrazioni, quindi alle Istituzioni, per contribuire a programmare politiche pubbliche.
Partiamo dalla condizione di bisogno per il riconoscimento del diritto. Mettiamo le persone, titolari di diritti, nelle condizioni di contribuire alla vita politica, economica e sociale del Paese. Potrebbe fare molto anche una legge regionale del Terzo settore che in Calabria manca».
Lavora accanto al pubblico ma si compone di soggetti privati che perseguono un interesse generale e finalità sociali solidaristiche, di enti profit. Ecco il privato sociale e tutte le sue identità che si intrecciano.
«Noi ci siamo per immaginare percorsi di mutuo aiuto, ossia attività di mutualità territoriale, immaginandole in modo in cui tutti i soggetti che insistono nel territorio, quindi in una comunità, hanno la responsabilità di quel territorio e anche di quello che avviene come anche di quello che non avviene.
La questione principale è definire verso quale Calabria vogliamo andare e mettere insieme i tasselli. Quali siano i compagni di strada. Dal punto di vista sanitario veniamo fuori da un commissariamento di 12 anni che teoricamente avrebbe dovuto risanare il sistema dal punto di vista economico. Cosa diversa è misurare l’efficacia delle attività di assistenza, tenendo conto, per esempio, che ormai arrivati ad una certa età, incombono la cronicità di alcune patologie unitamente alla presenza contemporanea di più patologie. Dunque la persona non può essere considerata come una sommatoria di sintomi. Occorre cambiare approccio. Ci sono delle eccellenze che però anche se messe assieme non riescono a cambiare un sistema. Esperienze positive che, però, non si tramutino in politiche.
C’è poi il nodo della programmazione. Molte risorse passano attraverso gli ambiti socio-assistenziali e tutto resta molto legato alla capacità di programmare prima e di progettare poi. Anche questo dobbiamo crescere. Non è detto che tutti siamo pronti e che tutti siamo allo stesso livello per dare il contributo alla costruzione della politica pubblica o a trasformare poi l’idea definita in fase di programmazione. In un percorso progettato e poi da realizzare, ecco la nostra idea è che dobbiamo farlo insieme alla pubblica amministrazione».
In questa direzione anche il recente invito del Terzo Settore a partecipare all’incontro sul masterplan della città di Reggio Calabria.
«È stato interessante ascoltare e confrontarsi sulla costruzione della nuova città. Partire dalle fragilità, mette nelle condizioni tutti poi di poter stare meglio. Per esempio la stessa attività economica ha più opportunità se poggia su un tessuto sociale più solido. Con poca coesione sociale sarà complicatissimo immaginare attività economiche che possano essere durature. E ancora occorrono luoghi di incontro e spazi di relazione per una comunità che sia educante».
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