Oggi la commissione controllo e garanzia del Comune si è riunita nell’area di cantiere, ascoltando anche il responsabile unico del procedimento, Giancarlo Cutrupi. Illustrati gli interventi di completamento
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Sciolto (seppure non completamente) anche il nodo viabilità che ha impegnato i tecnici del Comune di Reggio Calabria dopo la posa delle sette travi del sospirato ponte sul Calopinace. Avviati qualche giorno fa i lavori di completamento che contemplano la realizzazione della rampa di collegamento stradale lato nord. Interventi che restano “aperti”, creando le condizioni per un ampliamento della percorrenza in futuro, a seguito delle necessarie variazioni delle attuali caratteristiche viarie. Prima tra tutte il senso unico della strada di collegamento direzione nord – sud. Ancora da quantificare l’importo di questi interventi. A oggi l’opera, che da anni si attende, dovrebbe essere completata e percorribile entro la fine dell’anno.

«Terminata la lavorazione dell’impalcato del ponte sul Calopinace, ci siamo dedicati ai collegamenti in considerazione dell’attuale viabilità, individuando gli elementi costruttivi. Mentre sul lato del parco Lineare Sud la rampa, già adeguata alla costruenda infrastruttura, è praticamente già predisposta, sul lato nord abbiamo studiato un raccordo che renda il ponte fruibile già nei prossimi mesi e con possibilità di prospettive future.
Così da qualche giorno iniziati i lavori di completamento con la demolizione del marciapiede, in vista della possibile futuro doppio senso di circolazione. Per considerare completato il ponte occorre che sia percorribile. Contiamo che lo sia nei prossimi 4-5 mesi». Il direttore dei lavori, Alberto Romeo, è stato audito questa mattina dalla commissione di Controllo e Garanzia del comune di Reggio Calabria, convocata dal presidente Massimo Ripepi proprio nell’area di cantiere dove le sette imponenti travi sono state apposte oltre un mese fa.
La commissione di Controllo e Garanzia
Affiancato dal responsabile unico del procedimento, Giancarlo Cutrupi, il direttore dei lavori Alberto Romeo è stato incalzato dai consiglieri comunali Antonino Caridi, Antonino Zimbalatti, Antonino Maiolino, Federico Milia, Demetrio Marino, Armando Neri. Tante le questioni poste, unitamente alle considerazioni politiche: i ritardi, compreso queste settimane tra la posa e l’avvio dei lavori completamento, i costi aumentati ma nei limiti di quanto fisiologico rispetto all’adeguamento dei prezzi di mercato considerando il lungo tempo trascorso. E ancora la variante e il dettaglio della costruenda rampa lato nord che comporterà una sopraelevazione del livello della strada, che molto ha fatto discutere questa mattina. Chiesti lumi anche sui costi del completamento che sono ancora in fase di quantificazione.
La rampa e la circolazione da ampliare
«Il Ponte è stato concepito per essere percorso con il doppio senso di circolazione, con marciapiedi e anche con una possibilità di percorrenza ciclabile.
In considerazione dell’altezza minima dal torrente – ha proseguito il direttore dei lavori Romeo – la rampa che abbiamo progettato, che non sarà impattante e che rispetterà le preesistenze come per esempio quella del laboratorio universitario, dovrà avere pendenza adeguata a coprire una differenza di quota che ammonta a circa 1 metro e 40 cm.

In considerazione dell’attuale viabilità, tale rampa maestra avrà altresì una carreggiata a doppio senso che di fatto a metà rampa proporrà una piccola curva per consentire a chi proverrà dal parco lineare sud di girare verso l’argine Calopinace, proseguendo sulla stessa strada oggi esistente. La piccola curva, al momento e fino a quando non sarà adeguata la viabilità esistente, sarà l’unico sbocco per chi proverrà da sud. L’ultimo tratto del ponte in direzione nord non sarà, dunque, al momento percorribile. Invece chi proviene da nord potrà accedere alla rampa oppure girare a sinistra, sulla strada esistente, in direzione argine Calopinace».
Una rotatoria sarebbe stata più agevole ma, quanto pare, con tempi dilatati, costi certamente più alti e con una interlocuzione da avviare con il deposito delle Ferrovie insistente nell’area adiacente.
La variante
«Le opere a terra partono da un impianto fondale fatto di pali. Ci sono dunque sei pali lato nord e sei lato sud. Sul lato nord, sono stati rinvenuti dei cosiddetti trovanti ovvero blocchi che hanno complicato il raggiungimento dei 18 metri di profondità. È stato dunque necessario un discostamento dell’asse dei pali nell’ordine di 7-8-10 centimetri. Da qui la necessità di variante», ha spiegato ancora il direttore dei lavori, Alberto Romeo.
Le criticità
«È stata un’opera difficile da appaltare e da portare a compimento. Le travi necessarie sono state difficili da reperire sul mercato. Dunque, pur con tutte le difficoltà registrate negli anni e la fatica stessa dell’impresa si è ritenuto di proseguire senza un nuovo appalto che certamente avrebbe fatto levitare i costi ben oltre il discostamento economico fisiologico dell’adeguamento dei prezzi. Si era stimata una spesa importante di oltre 350 mila euro in più solo in fase iniziale. Da qui la scelta di proseguire con questa ditta per arrivare al completamento. Dei ritardi sono stati complici anche il ritiro del finanziamento regionale e lo spostamento del finanziamento dell’opera su altra misura», ha spiegato il responsabile unico del procedimento Gianfranco Cutrupi.
La necessità di vigilare
«Si tratta di un’opera simbolo della sciatteria di questa amministrazione. Tra 4-5 mesi finiranno i lavori, così hanno riferito oggi, ovviamente con soldi dei cittadini che saranno utilizzati per pagare ulteriori lavori per alzare la città. Sanno che devono modificare ma non sanno quanto costerà e quindi oggi abbiamo capito quello che già avevamo presunto e intuito. Occorre continuare a vigilare su questa Amministrazione che impiega tempi lunghissimi, come i 10- 11 anni per quest’opera ancora non realizzata», così ha concluso Massimo Ripepi, presidente della commissione Controllo e Garanzia del comune di Reggio Calabria.


