Villa ricorda il mecenate e genio industriale Giovanni Calì, Caminiti e Trecroci: «Daremo nuovo lustro alla sua preziosa eredità» – VIDEO
In occasione della manifestazione, inserita nel programma di eventi collaterale alla Traversata dello Stretto di cui con il fratello Rosario fu l’ideatore, al molo di sottoflutto del porto presenti i nipoti, Claudio e Marcella
Il lido Cenide, la terrazza sullo Stretto e una Traversata per celebrare la competizione in uno specchio d’acqua unico al mondo legati dal filo della memoria dell’indimenticato ingegnere Giovanni Calì.
Nel 120° anniversario della sua nascita proprio a Villa San Giovanni, il festival Correnti, promosso dall’amministrazione comunale villese e incastonato nel ricco programma di eventi collaterali alla Traversata dello Stretto che quest’anno spegne 60 candeline, ha riservato una serata al ricordo di questo cittadino villese illustre che nella sua vita e nella sua opera ha condensato un brillante intuito industriale e un vivido impegno culturale al servizio della sua terra di origine.
Terra che non ha dimenticato, nonostante l’affermazione a Milano e all’estero, e dove dal 1956 al 1980 fu promotore di una fucina culturale di notevole spessore quale furono proprio i Premi di Villa San Giovanni che portarono in riva allo Stretto personalità del mondo culturale e politico. Fu insignito dell’Oscar dei due mondi per l’industria e dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro.
L’iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale di Villa San Giovanni, rappresentata dalla presidente del consiglio Caterina Trecroci e dalla sindaca Giusy Caminiti, si è pregiata della presenza dei nipoti Marcella e Claudio Calì, del professore Salvatore Berlingò e del regista ed editore Nino Cannatà, che ne hanno tracciato un poliedrico ricordo. Un momento di memoria molto sentito e partecipato.
La serata è stata animata dalle musiche di Gigi Mattiani e dalle letture dell’attrice Silvana Luppino di alcune poesie del poeta villese Demetrio Mannino. Essa ha avuto luogo nel molo di sottoflutto del porto di Villa San Giovanni, proprio a poche centinaia di metri da dove un tempo sorgeva lo storico e suggestivo lido Cenide che nutrì l’intuizione, avuta con il fratello Rosario, della Traversata dello Stretto.
Determinato, visionario sempre mosso da umanità
«Per noi familiari questo ricordo vuol dire tanto. Vuol dire ricordare, omaggiare, celebrare un uomo che per questa “sua Villa San Giovanni” ha fatto tanto. Sono stati anni di grandiosi. Per l’epoca ha promosso iniziativa avveniristiche, prima fra tutti i Premi Villa San Giovanni che, nonostante gli anni trascorsi, è ancora rimangono nel cuore tutti come lui aveva nel cuore questa terra. Un imprenditore determinato e visionario che sempre mantenne un grande spirito di umanità. Al primo posto ha sempre messo i suoi dipendenti». Così la pronipote Marcella, figlia di Nino che fu tra i nipoti colui che più aveva raccolto l’eredità imprenditoriale dello zio Giovanni.
La Traversata, momento identitario per Villa San Giovanni
«Zio Giovanni non aveva figli e aveva comunque un grande senso della famiglia. Tutti noi nipoti eravamo come suoi figli e, come noi, anche tutti i suoi dipendenti. Mi ha trasmesso questo forte senso del rispetto e la predisposizione a dialogare e accogliere tutti. Con zio Rosario ebbe l’intuizione della Traversata dello Stretto che ancora oggi è molto attesa e seguita. Molto più di una competizione per Villa San Giovanni, un momento fortemente identitario e partecipato». Così il pronipote Claudio, anche lui figlio di Nino.
Per Marcella e Claudio Calì uno zio presente e affettuoso e per Villa San Giovanni un autentico mecenate e un illustre cittadino, genio industriale affermatosi a Milano e all’estero nel campo dell’ingegneria elettrotecnica. Ecco chi era Giovanni Calì, morto nel 1985, rimasto sempre legato a Villa dove era nato nel 1904 e dove con il fratello Rosario ideò la traversata dello Stretto che quest’anno giunge alla 60^edizione.
Una calda serata di luglio come 44 anni fa
«Siamo giunti alla terza edizione, più un’edizione speciale organizzata nel 2022, del festival Correnti della città di villa San Giovanni, la cui denominazione evoca il nostro peculiare patrimonio culturale e paesaggistico richiamando anche la volontà di rendere questa manifestazione multidisciplinare. Arte, cultura, editoria e quest’anno storia del nostro territorio e memoria. Non possiamo dunque non partire dalla preziosa eredità di Giovanni Calì che con passione e visione ha portato il volto più bello della Calabria alla ribalta nazionale e oltre.
Era proprio una calda serata di luglio come quella in cui si svolse nel 1980 l’ultima edizione dei premi di Villa San Giovanni. Per questo abbiamo voluto che questa serata in memoria dell’ingegnere Giovanni Calì avesse luogo in un’analoga calda serata di luglio come a riprendere, sul filo dell’emozione e della suggestione, quel testimone e immaginare di restituire alla quella storia una continuità nel segno dei Premi di Villa San Giovanni ma non solo». Così la presidente del consiglio comunale di Villa San Giovanni, Caterina Trecroci.
Nuova linfa per dei nuovi Premi Villa San Giovanni
«I premi di Villa San Giovanni sanno di cultura, sanno di anni d’oro, sanno di memoria nel senso bello del termine non come ricordo, ma come capacità di generare e rigenerare comunità. È bastato dire ingegnere Giovanni Calì per avere un riscontro nella memoria collettiva della comunità che per strada e sui social con racconti di famiglia a lui legati. Un vero mecenate per Villa San Giovanni. Dunque l’augurio è di poter da stasera iniziare a parlare di una memoria digitalizzata dei premi Villa San Giovanni per riportare nell’immaginario di tutti chi è stato premiato in quegli anni di grande splendore letterario, poetico e artistico.
Ci auguriamo di poter iniziare a seminare e, un passo per volta, promuovere dei nuovi premi Villa che traggano dal passato la forza e che possano vedere in una proiezione futura veramente il senso di comunità che ritrova sé stessa. Recupereremo il piccolo Hotel riportandolo nel nostro patrimonio disponibile. Avrà sede l’Arma. Inoltre abbiamo “affidato” la progettazione originaria del lido Cenide all’autorità portuale di sistema dello Stretto affinchè possa tenerne conto nella riqualificazione dell’area sulla quale è adesso competente.
Giovanni Calì, villese, mecenate, ideatore della stessa Traversata, è un uomo che ha portato alto il nome della Città di Villa San Giovanni anche in ambito culturale e sportivo, oltre che imprenditoriale. Noi ci impegniamo a restituire a questa storia, che è la nostra storia, il lustro che merita, anche per non restare la città delle occasioni perdute come lo siamo stati per il relitto di Porticello e per le opere dei premi Villa». Così la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti.
I premi, testimonianza vivente del suo legame con Villa
«Mi sembra molto giusto e appropriato dedicare questa serata a Giovanni Calì. Pur essendosi affermato fuori la terra sua di origine, al contrario di tanti altri che si sono affermati altrove e che in questa terra non sono mai tornati o comunque non hanno fatto valere le loro risorse, lui invece ha voluto agire diversamente. Come fosse un suo sogno da realizzare, ha voluto reinvestire le sue risorse qui a Villa San Giovanni perché l’identità culturale di questa città venisse illustrata per come meritava, riscattandola da certe narrazioni non molto benevole. I premi Villa San Giovanni per tanti anni sono stati la testimonianza vivente del suo profondo legame con Villa e con la Calabria». Così il professore universitario Salvatore Berlingò.
La memoria digitalizzata, un primo passo
«Sono ancora impressionato dopo avere avuto la fortuna di spulciare gli annali. Sono impressionato per la capacità di quest’uomo geniale. Un valente imprenditore a Milano e anche all’estero che ha voluto portare lustro alla Calabria fondando i Premi con Corrado Alvaro e portando a Villa San Giovanni personalità di assoluto rilievo del panorama culturale e politico del tempo.
Nel libro che riporta l’albo d’oro, tra premiati e giurati spiccano nomi del calibro di Aldo Moro, Giacomo Mancini, Alfonso Frangipane, Carlo Levi, e i nostri Carmelina Sicari, Leonida Repaci, Fortunato Seminara, Francesco Perri, Lorenzo Calogero, che ricevette il premio Poesia nel 1957 e al quale dal 9 al 10 agosto prossimi dedicheremo una tre giorni di grandi incontri culturali della sua natia Melicuccà.
Una parabola di livello internazionale tra premiati e giurati che meriterebbe di essere conosciuta e di innescare i legittimi interrogativi circa la dispersione alla quale quegli anni sono andati incontro e al vuoto che dagli Ottanta in poi ha avvolto Villa San Giovanni, spersonalizzando un luogo in cui invece si sono registrati eventi e presenze di massimo prestigio.
Villa non può restare la città dell’attraversamento dello Stretto. Quell’identità culturale deve essere recuperata, riedificare quella dimensione culturale richiede una memoria collettiva. Darò il mio contributo anche di idee per mettere a punto pure un embrione di pinacoteca digitale con i quadri premiati, e che il regolamento prevedeva fossero ispirati alla Calabria, e che furono lasciati da Calì Il lascito comprendeva l’impegno, finora disatteso, di allestire una pinacoteca che li potesse custodire e rendere fruibili. C’è poi materiale fotografico e documentale che si potrebbe digitalizzare, avviando così il recupero della memoria di un grande uomo del cui calibro oggi la Calabria ha più bisogno che mai». Così Nino Cannatà, editore e regista.
Cenni biografici
Laureatosi in Ingegneria Elettrotecnica a Milano nel 1927, nel 1932, a soli 28 anni divenne direttore commerciale della società Elettrocon di Elettrocondutture, di cui due anni dopo fu nominato amministratore unico e nel 1972 presidente. Fu fondatore del movimento Sindacale dei Periti Industriali.
La società prospero aprendo un secondo stabilimento a Pomezia, a Roma, arrivò a occupare oltre 1800 dipendenti, di cui moltissimi calabresi.
A questa esperienza industriale si deve la fabbricazione dei piccoli interruttori automatici per bassa tensione e per piccoli amperaggi, adoperati dalle Ferrovie dello Stato, dalle Marine militare e mercantile, dall’Aeronautica e da società elettriche. Inoltre vi furono fabbricate le nuove apparecchiature per segnalazioni acustico-luminose, impiegate da Marina mercantile, ospedali, cliniche, alberghi e da enti.
In Lombardia iniziò, dunque, il percorso professionale che lo portò ad affermarsi anche in Francia, in Svizzera e in Germania, specializzandosi nel campo delle apparecchiature automatiche elettriche.
Vicino al fascismo fu nominato Cavaliere della corona d’Italia per meriti speciali acquisti come ufficiale istruttore nei corsi premilitari svolti dalla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
Non solo intuito industriale ma anche impegno sociale e culturale anche a beneficio della sua terra natia con la quale ha sempre coltivato un solido legame. Fu tra i finanziatori anche del Premio Sila e fu nominato a Socio onorario della Deputazione di Storia Patria per la Calabria. A Villa San Giovanni ha fondato il circolo di Cultura Cènide, di cui è stato presidente. Ricostruì la sede di un istituto-ricovero per operai e operai anziani e poveri, realizzando il centro balneare Cènide, il cinema Mignon, una scuola di avviamento professionale (donata al Comune), il “piccolo hotel”.
Con il sostegno di Corrado Alvaro, che non poté presiedere la giuria per la sua improvvisa scomparsa, fondò e finanziò dal 1956 i Premi nazionali Villa San Giovanni per la letteratura, con sezioni per la pittura, la saggistica, la poesia e il giornalismo.
«Nelle sue tante attività tenne in considerazione anche il Sud e installò la Nuova Elettromeccanica a Campo Calabro. In Calabria, inoltre, fu presidente della Società Fiori del Sud di Reggio Calabria; vice presidente della Società Mediterranea Olii di Villa San Giovanni; comproprietario di una cartiera; presidente della Compagnia Esercizi Alberghieri Turistici di Villa San Giovanni». Così riporta Aldo Lamberti nel dizionario biografico dell’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea (acronimo ICSAIC).
Morì a 81 anni a Milano ma è sepolto nel cimitero di Villa San Giovanni, luogo al quale resto evidentemente sempre legato. Luogo che ricambia ancora quell’affetto.