A TU PER TU | Laura Cirella racconta il progetto Fata Comunità: rigenerazione urbana, infrastrutturazione sociale e relazioni per la rinascita di Arghillà – VIDEO
Ospite degli studi del Reggino.it, la responsabile ha illustrato le varie azioni messe in campo e gli interventi finora realizzati e quelli in fase di realizzazione. Un'esperienza per molti aspetti sperimentale e pionieristica che si fonda sul coinvolgimento della comunità

Oltre un milione e duecento mila euro di risorse per innescare nel difficile quartiere di Arghillà a Reggio Calabria una rigenerazione del senso di comunità. La sensibilità è stata della Chiesa Valdese che ha destinato questo importo raccolto con il ricavato dell’8 per mille al progetto più corposo che il privato sociale abbia mai messo in atto ad Arghillà. Fata (Fuoco, Acqua, Terra, Aria) Comunità, queste le cinque azioni racchiuse nella denominazione del progetto coordinato dal consorzio Ecolandia in sinergia con altri partner, quali il coordinamento di quartiere di Arghillà, l’Asd Arghillà che gestisce un complesso sportivo, le associazioni Azimut e Fare Eco, la cooperativa sociale Rom1995 e il l’associazione Ace Medicina solidale che gestisce il Polo sanitario di prossimità all’interno del complesso La Piazzetta.
Esso prevede una serie di importanti azioni di rigenerazione del quartiere di Arghillà rivolte ai bisogni della comunità, al contempo al centro di un percorso di animazione territoriale rispetto alla quale essa stessa è chiamata ad attivarsi. L’obiettivo generale è quello di contribuire al miglioramento della qualità della vita dei cittadini in termini di benessere psico-fisico, coesione sociale e contrasto alla marginalità.
Responsabile del progetto è l’operatrice sociale reggina Laura Cirella ospite, negli studi del Reggino.it, della nuova puntata del format A tu per tu.
«Il progetto Fata Comunità è coordinato da Ecolandia, un’oasi della nostra città. Fata è l’occasione per portare finalmente il parco fuori dal parco. Non si tratta semplicemente di spalancarne i cancelli ma di mutuare tutta una serie di attività ed iniziative, di servizi concepiti anche per essere attivati fuori dal parco, nel quartiere. Ecco le cinque azioni del progetto Fata».
F – Fuoco, la Comunità energetica solidale per fare luce
«L’intervento più importante dal punto di vista proprio strutturale ha l’obiettivo di creare la Comunità energetica solidale che sarebbe la prima a Reggio Calabria. Risponderà prioritariamente al bisogno specifico del quartiere di illuminazione tra i comparti dove di notte impera il buio con tutte i riflessi negativi in termini di sicurezza che questo comporta. Tutte le nostre azioni puntano a coinvolgere attivamente la popolazione, nel segno di un dialogo costruttivo con le Istituzioni. E infatti, con riferimento a questa azione, abbiamo siglato lo scorso anno un accordo di partenariato con il Comune di Reggio Calabria proprio per essere autorizzati a fruire delle superfici pubbliche per posizionare gli impianti fotovoltaici. Speriamo che per l’istruttoria che abbiamo avviato proceda speditamente per iniziare a posizionare gli impianti e da subito dare luce al quartiere. Prevediamo – prosegue Laura Cirella, responsabile del progetto Fata Comunità – anche di installare e sostituire i pali della denominazione ricorrendo al Led, quindi a basso impatto ambientale. L’approccio di Fata è, infatti, fortemente ecologico orientato alla sostenibilità ambientale».
A – Acqua, accesso alla risorsa vitale
«Acqua è un’altra azione importante, sperimentale e veramente pionieristica, la cui progettazione è stata affidata a un team di professionisti. Esso consisterà nella realizzazione di un sistema di recupero delle acque piovane per utilizzo non potabile, attraverso un impianto di risalita sino ai pianerottoli. Questo, nei momenti di criticità in cui l’acqua manca, consentirà agli abitanti, che in passato hanno conosciuto lunghi periodi di carenza idrica, di disporre di acqua per uso domestico. Questa azione – prosegue ancora Laura Cirella, responsabile del progetto Fata Comunità – si lega alla precedente, nell’ottica dell’approccio sistemico che contraddistingue il progetto. La Comunità Energetica, infatti, servirà anche ad alimentare le pompe che distribuiranno l’acqua piovana raccolta per usi non potabili. Anche in questa direzione abbiamo siglato un accordo con Aterp. Inizialmente l’intervento sarà sperimentato su un comparto pilota nell’ottica di replicarlo anche negli altri».
T- Terra, riduzione della produzione di rifiuti
«Questa azione punta a incidere sulla mole di rifiuti che vengono illecitamente abbandonati su strada e che non sono prodotti nel quartiere. Una delle criticità principali della zona. Noi proviamo a intervenire per ridurre i rifiuti, avviando tutta una serie di attività di riciclo, riuso, con l’installazione di un eco compattatore e di una ricicleria di quartiere. Il cittadino – prosegue Laura Cirella, responsabile del progetto Fata Comunità – trarrà vantaggio dal deposito, per esempio di una bottiglia di plastica, ricevendo una scontistica con un meccanismo di premialità che favorirà e incentiverà anche la cultura ecologica».
A – Aria, rimettere in circolo la bellezza
«Arghillà è da sempre caratterizzata da una dicotomia. Sorge su un suggestivo balcone sullo Stretto. Dagli alloggi popolari, segnati da criticità di gestione e occupazioni abusive, si ammira un panorama unico che tuttavia è circondato da degrado e brutture. L’azione di rigenerazione urbana che abbiamo intrapreso punta al ripristino della bellezza dei luoghi, per esempio, con la realizzazione di alcuni murales. Qui – evidenzia Laura Cirella, responsabile del progetto Fata Comunità – occorre sottolineare un aspetto essenziale del nostro progetto e trasversale nei nostri interventi.
Tutte le azioni di rigenerazione urbana camminano di pari passo con azioni di attivazione della comunità. E infatti, la realizzazione dei murales nei pressi del polo di prossimità di Medicina solidale Ace, una delle esperienze più importanti in assoluto, è stata preceduta da un lavoro propedeutico e laboratoriale che ha coinvolto la popolazione, con attività di volontariato o con incarichi e impiego di maestranze del posto. È accaduto anche quando abbiamo pulito in mezzo ai comparti, quando abbiamo promosso le giornate ecologiche, quando abbiamo installato le targhe toponomastiche, che erano da anni a prendere polvere e che finalmente danno un nome alle strade del quartiere, e quando abbiamo allestito le aree attrezzate e le aree verdi e gli orti. La popolazione è stata, e sarà, sempre partecipe e protagonista.
Comunità, le relazioni come principale infrastrutturazione sociale
Le attività di rigenerazione dell’area sta coinvolgendo 20 volontari, tutti di Arghillà, e il coordinamento di quartiere, anche partner del quartiere. Oggi la cura e l’animazione di quello spazio è in capo ad un abitante del quartiere.
Tra i servizi che abbiamo attivato, e che ha riscosso notevole interesse, vi è il taxi sociale. Un pulmino colorato con nove posti a chiamata, con alla guida un abitante del quartiere che ha così trovato un’occupazione, che facilita gli spostamenti per andare dal medico oppure a fare la spesa e che agevola il trasporto delle persone verso il centro città, verso il cimitero, verso le sedi di attività ludiche e sportive per bambini. Anche in questo caso l’approccio è sistemico. L’idea è che la futura comunità energetica, una volta riconosciuta dal Gse dal gestore del Servizio elettrico nazionale, potrà maturare frutti rispetto alla produzione energetica, rendendosi così autonoma al punto da rendere sostenibile anche il servizio di taxi sociale, al di là del progetto.
Per noi – sottolinea ancora Laura Cirella, responsabile del progetto Fata Comunità – è stato da sempre essenziale rendere le nostre azioni un’occasione per stringere relazioni e coltivare fiducia. La fiducia passa anche dalla durevolezza dei nostri interventi e dalla capacità di lasciare strumenti che possano restare fruibili e funzionali anche al termine del nostro progetto. È quello che stiamo facendo perchè solo questa modalità di intervento, a nostro modo di vedere, romperà effettivamente il ghetto in cui è imprigionato questo quartiere. Ogni azione di rigenerazione urbana e di infrastrutturazione sociale costruisce relazioni, esse stesse un’infrastruttura sociale fondamentale».
Lo sportello antiviolenza
«Ringrazio lo staff straordinario in cui opera una decina di persone. Persone che lavorano in molte direzioni. Ringrazio la nostra facilitatrice, Francesca Altomonte, l’operatrice sociale che conosce molto bene il quartiere e che sta coordinando sostanzialmente l’animazione di comunità. Attività essenziale è l’ascolto dei bisogni.
Questa esperienza ci ha consentito di conoscere il vissuto di alcune donne, segnato da violenze. Questo ci ha spinto a cercare alleanze per dare risposte adeguate. A gennaio con la vicepresidente della fondazione Una. Nessuna. Centomila. Celeste Costantino sono stata ad Arghillà, Da quell’incontro – racconta Laura Cirella, responsabile del progetto Fata Comunità – è venuta fuori la sollecitazione, per la quale ringrazio Celeste, volta a stabilire un’alleanza con il centro antiviolenza Angela Morabito di Reggio Calabria, l’unico accreditato a Reggio dalla Regione Calabria. Ne è seguito un ciclo di incontri che ha visto anche la partecipazione delle vicepresidenti della fondazione Una. Nessuna. Centomila, Lella Palladino e Celeste Costantino. A breve apriremo uno sportello di ascolto proprio ad Arghillà».
Il futuro
«Arghillà custodisce, come ogni luogo anche ai margini, una umanità straordinaria. Ci sono tanti bisogni che sono stringenti e tanti problemi ad risolvere ma devo riconoscere che più che resistenze abbiamo incontrato persone che non aspettavano altro che essere ascoltate e coinvolte. Noi lo abbiamo fatto e continueremo a farlo. Il progetto andrà avanti per tutto il 2026 ma verosimilmente anche per il 2027. È in atto una serie di ragionamenti per cercare di dare seguito all’esperienza. Dunque, la nostra sarà una presenza stabile. Crediamo – conclude Laura Cirella, responsabile del progetto Fata Comunità – sia doveroso non arrestare ora questo percorso che può essere un’occasione difficilmente ripetibile per questo quartiere».