lunedì,Maggio 12 2025

Una. Nessuna. Centomila: ad Arghillà nuove alleanze per le donne – VIDEO

Su impulso del progetto Fata Comunità e della fondazione nazionale, sarà presto attivato nella zona periferica di Reggio Calabria uno sportello in collaborazione con il centro antiviolenza Angela Morabito

Una. Nessuna. Centomila: ad Arghillà nuove alleanze per le donne – VIDEO

Uno sportello antiviolenza ad Arghillà, quartiere periferico critico della città di Reggio Calabria. Si concretizzerà così, in collaborazione con il centro antiviolenza Angela Morabito di Reggio Calabria, la nuova iniziativa del progetto Fata Fuoco, Acqua, Terra, Aria… Comunità, coordinato dal consorzio Ecolandia in sinergia con altri partner, finanziato con l’8 per mille della chiesa Valdese. Il progetto, di cui responsabile è l’operatrice sociale Laura Cirella, prevede una serie di importanti azioni di rigenerazione del quartiere di Arghillà. Tra queste azioni anche lo scambio di esperienze e buone prassi in tema di contrasto alla violenza sulle donne e attivazione di percorsi di autonomia, avviato in questi giorni presso il polo sanitario di Medicina solidale Ace, in collaborazione con la fondazione Una. Nessuna. Centomila, alla presenza della due vicepresidenti nazionali, Lella Palladino e la reggina Celeste Costantino.

Nel segno concreto di parole come alleanza e rete, fiducia e autonomia, possono nascere nuovi percorsi in grado di generare benessere anche in luoghi deprivati, con servizi pubblici quasi completamente assenti e dove la comunità può contare quasi esclusivamente su energie di persone che si spendono volontariamente. Luoghi come il quartiere di Arghillà. Allora nessun destino è ineluttabile e che nessuno stato di abbandono e degrado è irreversibile. Tra queste energie ci sono quelle del progetto Fata Comunità.

«La fondazione Una. Nessuna. Centomila è attivamente impegnata per sostenere i centri antiviolenza e i percorsi delle donne che fuoriescono dal contesto di maltrattamenti. Incontrare le loro vicepresidenti – spiega Laura Cirella, responsabile del progetto Fata Comunità – sta rappresentando una preziosa opportunità per pensare a come costruire percorsi che abbiano, come in ogni azione che intraprendiamo, una prospettiva che vada oltre l’intervento in sè, sia durevole sul territorio e generi prospettive di sviluppo e di emancipazione per le donne. L’emancipazione delle donne è in realtà l’emancipazione di intere famiglie, dei loro bambini che potranno avere una prospettiva più stabile.

Ci sono pratiche sperimentate in altre parti d’Italia che hanno dimostrato che tutto questo è possibile anche in quartieri ai margini, dove tutto è necessario. Così camminando lo scorso Capodanno per le vie di Arghillà con Celeste Costantino, lei stessa ci ha suggerito un’alleanza tra Ace Medicina solidale e il centro antiviolenza Angela Morabito. Siamo contente di dare seguito a quella proposta. Sappiamo che il nostro lavoro di operatrici operatori sociali dovrà continuare. Non basta aprire uno sportello. Occorrono formazione e strumenti. Saremo impegnati già dalle prossime settimane – conclude Laura Cirella, responsabile del progetto Fata Comunità – in un ciclo di incontri. Speriamo per la fine di maggio di poter aprire lo sportello antiviolenza ad Arghillà».

Uno sportello come luogo di libertà e segno di vicinanza

«Questo era un primo incontro per cercare di mettersi a disposizione di un cambiamento. Ci sono degli strumenti utili e ci sono dei buoni esempi – spiega Celeste Costantino, vicepresidente nazionale della fondazione Una. Nessuna. Centomila – che si possono replicare. Non è detto che vadano bene per questo territorio, però sono dei tentativi che è giusto provare a mettere in campo. Dunque stiamo condividendo per cercare di mettere alleanze di livello nazionale. Non siamo alla fine del mondo. Siamo in un segmento che è messo in contatto con altre realtà potrebbe far emergere delle potenzialità importanti.

Abbiamo pertanto proposto l’idea dello sportello – spiega ancora Celeste Costantino, vicepresidente nazionale della fondazione Una. Nessuna. Centomila – semplicemente perché già chi opera in questo territorio ha compreso che ci sono delle situazioni da attenzionare e per farlo nella maniera corretta occorre rivolgersi a chi ha già un’esperienza in questo settore. Un’operatrice dei centri antiviolenza deve avere le necessarie professionalità ed esperienza. Avere un presidio qui al quale le donne potranno rivolgersi è un elemento di grande libertà e di vicinanza a questo territorio. Stiamo sentendo delle voci in questo momento mentre parliamo qui fuori. Non ci deve stupire. Questo è il segno del fatto che quando alcuni luoghi sono abbandonati c’è la curiosità. Quindi, io sono felice di fare questi intervista tra i fischi perché significa che stiamo attirando la loro attenzione. Anche questo è importante».

L’esperienza della cooperativa Eva e delle donne che ricominciano

Un’esperienza di confronto tra la realtà consolidata dalla cooperativa Eva che opera da oltre vent’anni nel casertano.

«Essere visionari e non farsi demoralizzare dalle circostanze ma soprattutto dalle criticità e dai vincoli che a volte i territori impongono. Qui ad Arghillà – sottolinea Lella Palladino, fondatrice della cooperativa Eva e vicepresidente nazionale di Una. Nessuna. Centomila – scopro una grandissima voglia di esserci, di mettersi in gioco, di intercettare risorse. È fondamentale che oltre alle persone ci siano le possibilità di mettere in campo dei progetti e senza aspettare che lo facciano le istituzioni. Al contrario penso che la società civile che si organizza con partenariati virtuosi possa poi stimolare le istituzioni ad assumersi le loro responsabilità verso l’attivazione di un cambiamento sul territorio. Io vivo e lavoro nella terra dei fuochi e quindi tutto il nostro impegno è concentrato nel conseguire giustizia sociale, un bisogno che anche qui in questo territorio emerge con forza.

La buona prassi che vorremmo diffondere è quella di credere nella possibilità che anche le persone più in difficoltà possono riscattarsi. Dobbiamo cominciare a raccontare le storie delle persone in difficoltà che ce la fanno, come noi facciamo con le donne in uscita dalla violenza che non solo si riprendono in mano la loro vita, liberandosi da relazioni violente, ma la riscrivono in termini di autodeterminazione e di autonomia. Altro aspetto fondamentale – conclude Lella Palladino, vicepresidente nazionale di Una. Nessuna. Centomila – riguarda la necessità di fare sistema tra le varie realtà virtuose che esistono in diversi territori, quindi di creare reti e reti tra reti sui territori».

Articoli correlati

top