martedì,Settembre 10 2024

Reggio, Arghillà nord tra rifiuti raccolti e altri ammassati: può esistere un altro destino per questo quartiere? – FOTO

La tormentata zona periferica della città dello Stretto reca i segni di una recente pulizia straordinaria. Con essi, però, anche le tracce evidenti delle discariche che tornano a riformarsi. In attesa delle ricadute annunciate con il decreto Caivano, la situazione generale resta drammatica e in stallo

Reggio, Arghillà nord tra rifiuti raccolti e altri ammassati: può esistere un altro destino per questo quartiere? – FOTO

Rifiuti e macerie di rifiuti ammassati ai bordi. Varchi aperti per tentare (ma senza riuscire) di far tornare strade le strade e spazi assaltati dalla spazzatura luoghi pubblici. Le pulizie straordinarie che pure il Comune mette in atto, tuttavia, non possono riuscire nell’intento di ristabilire in unica soluzione decoro e pulizia in tutto il quartiere. Un quartiere in mano a chi con i rifiuti traffica, deturpando un luogo che avrebbe potuto e dovuto essere uno straordinario balcone sullo Stretto.

Le gravi condizioni igienico – sanitarie e il degrado ad Arghillà nord, periferia nord di Reggio Calabria, non sono da tempo più definibili come emergenza. La situazione è ormai endemica e strutturale, nonostante le continue denunce del comitato di quartiere e le interlocuzioni in atto con le istituzioni. Più volte è stato evidenziato come, al di là dei problemi di censimento Tari che pure ci sono per gli occupanti degli alloggi popolari, i rifiuti per strada siano largamente prodotti fuori e appositamente portati ad Arghillà. Una illegalità ormai consolidata per via di controlli che non sono efficaci e di un’impunità che è più certa della legge.

La terra scura e l’odore acre

L’accesso al largo Verardi resta impraticabile in sicurezza. Piazza don Italo Calabrò si mostra ancora flagellata da rifiuti, anche combusti, e carcasse di auto, seppure ammassati ai lati dopo una raccolta che evidentemente non ha potuto riguardare l’intera mole di spazzatura presente.

La terra è scura, e non per l’asfalto. La prolungata permanenza di ogni genere di rifiuto, esposto a tutte le intemperie, ha ferito ogni elemento naturale di questo luogo, la terra come l’area. Si respira ormai un odore acre. Quei varchi, faticosamente aperti tra le maglie di un dilagante degrado, saranno presto nuovamente chiusi se si continuerà a non essere in grado di spezzare la catena di illegalità e impunità che attanaglia il quartiere.

Questa è una tragica certezza.

Qualche altra discarica si trova lungo la strada fino ad arrivare a quello che avrebbe dovuto essere il centro commerciale La Piazzetta. Anche la strada che costeggia la struttura che da anni ospita l’ambulatorio di medicina solidale Ace, sistematicamente colma di rifiuti, è stata recentemente ripulita. Pure qui, la terra porta i segni di degrado e lascia presagire cosa presto tornerà a diventare.

Nessuna pulizia nella palestra fantasma, dove indisturbatamente si continua a depositare. Anche l’accesso è adesso impedito e occupato dai rifiuti.

Un quartiere senza occasione di riscatto

Un destino ineluttabile fino a quando non si interverrà in maniera ferma e risolutiva sulle cause: l’occupazione abusiva degli alloggi, il mancato censimento tari, l’assenza di controlli costanti e di sanzioni certe per chi abbandona rifiuti per strada. Le pulizie straordinarie non risolveranno il problema ma saranno solo soluzioni tampone.

Neppure regna più neppure l’illusione. I rifiuti torneranno ad essere abbandonati, come sempre avvenuto in questi anni. Quei luoghi adesso solo parzialmente restituiti, seppure feriti e segnati dal degrado che da tempo li abita, non avranno alcuna reale occasione di riscattarsi. Non avranno tempo per essere riconosciuti come spazi comuni piuttosto che come discariche a cielo aperto.

Il decreto Caivano e il progetto Pinqua

Da tempo si parla di video sorveglianza in questo quartiere. Lo stato dell’arte lascia intendere che mai sia stata attivata. Ciò nonostante il comando generale dell’Arma dei carabinieri abbia identificato questo quartiere come uno tra i contesti urbani più disagiati di tutto il Paese, il più grave in Calabria per indici di illegalità, inserendolo tra le 15 “Caivano” d’Italia.

Il quartiere reggino è stato, recentemente, al centro dell’agenda della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle Città e delle Periferie. Le misure economiche per la sua riqualificazione anche ambientale previste nel cosiddetto decreto Caivano (legge 13 novembre 2023, n. 159 che ha convertito, con modificazioni, il decreto legge 15 settembre 2023 n. 123) riguarderanno anche questo quartiere.

Aspettative ci sono anche da uno dei tre progetti Pinqua proposti dal comune di Reggio Calabria e finanziato con l’apposito programma del Pnrr. Esso riguarderà la viabilità, assi stradali, parchi urbani, verde e isola ecologica e la riqualificazione degli alloggi popolari di competenza comunale, quali quelli del rione Modenelle. Si tratta di una porzione davvero residuale rispetto alla quasi totalità degli alloggi popolari di competenza regionale in quanto di proprietà dell’Aterp.

La video sorveglianza

Intanto è stata ammessa a finanziamento, a valere sul Programma Operativo Complementare “Legalità” 2014-2020 per un importo complessivo pari ad euro 350mila euro, una proposta progettuale di video sorveglianza presentata proprio dal comune di Reggio Calabria. Anche in questa circostanza poniamo degli interrogativi, come fatto per la tormentata area di Mortara. Chiediamo se e quando Arghillà verrà sottoposta a video sorveglianza. Quando verrà restituita alle persone perbene che vorrebbero viverla nel rispetto dell’ambiente e nella legalità.

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