venerdì,Aprile 19 2024

Reggio, Sea Watch 3: «Interveniamo su carenze per tornare presto in mare»

La Capitaneria di porto ha disposto lo scorso settembre il fermo amministrativo dell'imbarcazione ancora ormeggiata al porto. La ong tedesca sta colmando le lacune rilevate, in vista della prossima ispezione

Reggio, Sea Watch 3: «Interveniamo su carenze per tornare presto in mare»

Tra qualche giorno saranno trascorsi due mesi dal fermo amministrativo eseguito a carico della nave di soccorso della ong tedesca Sea Watch. L’imbarcazione dedita al soccorso in mare è ancora ormeggiata sulla banchina di levante del porto di Reggio Calabria.

Era stata spostata sulla banchina opposta di ponente (quella dell’approdo con i migranti) solo in occasione dell’esercitazione Sisma dello Stretto.

«Non ha ancora potuto lasciare la città dello Stretto per tornare a praticare soccorsi in mare, perché il fermo è ancora in atto. Sono in corso gli interventi sulle “deficiencies”, sulle carenze rilevate dalla Capitaneria di Porto durante la lunga ispezione esperita dopo lo sbarco dello scorso 17 settembre», spiega Sea Watch Italia.

«Prioritario tornare a soccorrere»

«La nave è ancora lì e l’equipaggio impegnato a lavorare per preparare la nave alla nuova ispezione che a breve sarà eseguita dalla Capitaneria di Reggio Calabria. L’auspicio è di superarla in modo da potere tornare in mare a soccorrere le persone. Se l’esito della nuova ispezione non dovesse essere positivo, valuteremo il da farsi», prosegue Sea Watch Italia.

«Continuiamo a ritenere il fermo illegittimo e pretestuoso ma l’unica nostra priorità resta quella di andare in mare a soccorrere. Abbiamo, dunque, deciso di non presentare per il momento ricorso e di concentrarci sull’obiettivo, da perseguire al più presto, di tornare pienamente operativi», prosegue ancora Sea Watch Italia.

Il fermo amministrativo

La direzione Marittima reggina, in occasione della sua ispezione lo scorso settembre, aveva rilevato una serie di gravi carenze tecniche e la mancata osservanza di prescrizioni per la sicurezza, la salute e l’ambiente. In quell’occasione la ong aveva subito denunciato la violazione dei «principi ribaditi di recente dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea», non essendo stato tenuto in debito conto «l’obbligo fondamentale di prestare soccorso alle persone in pericolo o in difficoltà in mare». Aveva, altresì, posto in luce il mancato rispetto del principio secondo il quale «il numero di persone a bordo, anche se ampiamente superiore a quello autorizzato, non può costituire, di per sé e da solo, una ragione che giustifichi un controllo». Tuttavia, quel fermo amministrativo è ancora in atto e la nave bloccata nel porto di Reggio Calabria.

Nel porto di Reggio con 427 migranti a bordo

Lo scorso 17 settembre, la Sea Watch veniva autorizzata a entrare nel porto di Reggio con 427 migranti a bordo. Approdata sulla banchina di ponente, opposta a quella dove adesso sosta, la nave della ong tedesca aveva atteso per una settimana l’indicazione del porto in cui poter entrare dopo aver eseguito dieci soccorsi tra l’otto e l’undici settembre. Quando è entrata nel porto di Reggio Calabria, a bordo c’erano oltre 400 migranti di diverse nazionalità, con molti nuclei familiari e bambine e bambini. Varie le provenienze: Ghana, Mali, Sudan, Sud Sudan, Costa d’Avorio, Marocco, Libia, Egitto, Siria.

Il flusso migratorio verso le coste reggine

Intanto gli sbarchi proseguono soprattutto a Roccella Jonica, dove negli ultimi sette giorni in occasione di quattro operazioni di soccorso sono arrivate quasi 500 migranti.

Il recente approdo al porto di Reggio, la settimana scorsa, ha registrato un particolare clamore. La nave Rise Above, con a bordo 89 migranti, è stata autorizzata a entrare nel porto reggino dopo una lunga sosta al largo di Catania.

L’imbarcazione della ong tedesca Lifeline era tra quelle rimaste bloccate a largo della costa siciliana, senza autorizzazione a entrare in porto. L’autorizzazione era poi arrivata dal Viminale ma solo per la Rise Above. che aveva fin da subito collaborato con il centro di soccorso.

Eterna emergenza

Il tema dell’accoglienza è tornato prepotentemente al centro dell’agenda politica italiana ed europea. Torna il dibattito circa la necessità che sia tutta l’Unione Europea, e non solo l’Italia paese di frontiera, ad essere impegnata su questo fronte. Questioni sempre posta sul tavolo della discussione e mai definitamente risolta.

Intanto proprio per discutere proprio di migranti è stata fissata per il 25 novembre la riunione straordinaria dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea.

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