Dopo le recenti barricate alle ex pensiline, l’intervento tampone di Teknoservice e la permanenza di micro discariche, si passa ai roghi nel travagliato rione Marconi nella zona sud di Reggio Calabria. Alle fiamme è stata data la spazzatura abbandonata tra il campetto e via Sbarre centrali. Si tratta di uno dei punti nevralgici del rione dove erano stati allocati i cassonetti stradali, poi rimossi. Altri roghi sono temuti dalla cittadinanza nei prossimi giorni, visto che le micro discariche non sono state ancora rimosse.

È un copione che si ripete. I residenti ormai lo conoscono bene e sono preoccupati.

«Purtroppo l’intervento di Teknoservice è stato solo tampone. Ha rimosso le barricate, liberando la strada per garantire la circolazione, rimuovendo qualche rifiuto ingombrante. Tutto il resto è rimasto lì, con il risultato che lo smaltimento sta avvenendo adesso tramite gli incendi. Una pratica illegale che noi di ritroviamo a subire e che vi relega a vivere in un rione flagellato anche dalla terra bruciata.

Temiamo altri roghi in questi giorni che ci costringeranno a non uscire di casa e chiuderci dentro per gli odori insopportabili oltre che dannosi per la nostra salute. Temiamo anche danni alle vetture parcheggiate nelle vicinanze». Così i residenti che costantemente segnalano la situazione alla rete dei Comitati di Quartiere, al Comune e alle forze dell’ordine.

Conseguenze ormai prevedibili quando la situazione supera certi limiti. Un superamento che nel Rione Marconi, come anche in altre zone della Città come per esempio Mortara e San Gregorio, avviene spesso. Dunque la domanda resta, anzi gli interrogativi aumentano. Chi c’è dietro le barricate e dietro questa escalation? Chi protesta con metodi che mettono a repentaglio la salute e la sicurezza dei residenti?