Reggio, rifiuti e roghi nei quartieri: in piazza Italia in pochi ma determinati a chiedere soluzioni – FOTO e VIDEO
Con i cittadini la garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, che ha annunciato: «Il prossimo 22 novembre presenteremo lo studio epidemiologico»
Non è stata la piazza che la gravità e la vastità delle ataviche e irrisolte problematiche ambientali, e non solo, oggetto della protesta avrebbero meritato. Poca partecipazione a piazza Italia a Reggio Calabria in occasione della manifestazione indetta da comitati di quartiere e gruppi civici, con la presenza anche di singoli residenti, di Arghillà, Mosorrofa, Rione Marconi e Mortara San Gregorio, zone periferiche della Città dello Stretto.
Quartieri di Reggio uniti e S.Tu.F.I, acronimo di Spazzatura, Tumori, Fuochi, Inquinamento: questo lo slogan scelto per lanciare una protesta finalizzata richiedere degli interventi precisi in quartieri particolarmente critici. Pochi i presenti ma tenaci e irriducibili come le rivendicazioni di diritti essenziali di intere comunità di cui sono portavoce.
Mosorrofa
«I nostri disagi quotidiani sono ormai noti. Ci aspettiamo che seguano i fatti. Oggi registriamo la nota positiva dell’unità di intenti. Non procediamo a compartimenti stagni ma insieme, confidando di essere nel tempo sempre di più.
Confidiamo anche in un terzo tempo di Giuseppe Falcomatà che sia diverso dal primo e dal secondo. I rifiuti devono essere raccolti, i luoghi divenuti discariche devono essere bonificati, devono esserci controlli, anche dell’esercito se necessario. Chi commette reati ambientali deve risponderne. Sono in gioco la nostra vita e la nostra salute.
Non siamo più disposti a vivere così e rivendichiamo il diritto ad essere ascoltati. Le istituzioni devono ascoltare i cittadini come anche gli stessi comitati di quartieri, senza autoreferenzialità». Così ha incalzato Pasquale Andidero, presidente del comitato di quartiere di Mosorrofa.
Arghillà
«Auspichiamo che l’unità ci dia maggiore forza per portare avanti le nostre istanze legittime. Ogni quartiere sta facendo tutto quello che può, e non da ora. Purtroppo, però, la spazzatura invade ancora le strade e gli incendi sono ormai quotidiani. Le istituzioni devono dare risposte risolutive e definitive.
Attendiamo l’esito dello studio avviato dalla garante Stanganelli che, siamo certi, confermerà i nostri timori: la nostra salute è costantemente a rischio. Dunque le istituzioni devono intervenire». Così ha incalzato anche la portavoce del gruppo civico Noi siamo Arghillà, Patrizia D’Aguì.
Mortara San Gregorio
«Resta assordante anche in questa circostanza il silenzio delle istituzioni. Non intervengono, nonostante gli impegni assunti, nella zona di Mortara San Gregorio, sempre più in preda al degrado e ai fuochi. Dispiace anche registrare una bassa partecipazione ma la sensazione di abbandono impera e scoraggia.
Pur nell’emergenza, visto che ogni giorno Mortara brucia, noi ci impegniamo a restare attivi ed è ancora nostra intenzione proseguire con proteste ancora più vibranti, fin quando i nostri diritti non saranno riconosciuti». Lo ha sottolineato il presidente del comitato San Gregorio Vedo, Sento, parlo, Domenico Cicciù.
«San Gregorio vive da tempo questa situazione di degrado e abbandono. Abbiamo paura per la nostra salute. Non siamo più padroni della strada di Mortara, ormai ostaggio delle persone incivili che gettano ogni genere di rifiuto. Cittadini che evidentemente non pagano la Tari come invece facciamo noi. Importi salati a fronte di una quotidianità invasa dai fumi velenosi sprigionati dai roghi. Siamo costretti a chiudere le finestre. Non ci sono controlli né sorveglianza». Lo ha denunciato la residente di San Gregorio, Carmen Amaddeo.
Rione Marconi
«Reggio continua a bruciare. Nonostante le pulizie, in assenza di controlli, la spazzatura torna ad essere abbandonata sotto le nostre case, impunemente. Vorrei dire al sindaco Falcomatà che anche noi cittadini abbiamo passato a passiamo tempi duri per la spazzatura, per il degrado del luogo in cui viviamo, per i disagi abitativi, l’arroganza e le minacce. Siamo stanchi. Il tempo della pazienza è finito. Vogliamo fatti». Così Giuseppe Crucitti, residente del rione Marconiprotesta solitaria con la moglie Anna Maria.
Le ragioni della protesta
Criticità igienico-sanitarie, generate dalla presenza di discariche a cielo aperto, da velenosi e continui roghi continui. Assenza di controlli e di bonifiche delle aree infestare dalla spazzatura e da rifiuti inceneriti e disservizi vari.
Questa la quotidianità di interi quartieri in cui la voce, anche se di pochi, continua a farsi sentire, forse anche per denunciare che la cittadinanza è talmente stanca e demoralizzata da non avere più fiducia nelle Istituzioni.
E le istituzioni?
Non era stato chiesto alcun incontro al sindaco Giuseppe Falcomatà e all’Amministrazione comunale. L’intento odierno era quello di protestare anche perché le problematiche sono già note e adesso sarebbe il tempo dei fatti. Non vi è stata dunque, al di là del fatto che non fosse stata formalmente chiesta per l’occasione di oggi, alcuna interlocuzione. Nessun intervento al cospetto dei cittadini comunque in protesta tra palazzo San Giorgio e Palazzo Alvaro, rispettivamente sedi di Comune e Città Metropolitana di Reggio Calabria, e di fronte alla Prefettura.
Qualche gruppo ha chiesto oggi di essere ricevuto e sarà ricontattato in seguito con apposito appuntamento. Dunque una interlocuzione forse solo rimandata visto che la manifestazione è caduta a distanza di pochi giorni dal ritorno del sindaco Giuseppe Falcomatà. Il primo cittadino reggino è stato raggiunto però telefonicamente dalla Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, unica presenza istituzione a prendere la parola. La garante ha comunicato le azioni messe già in campo e quelle future.
Lo studio epidemiologico
«Resto vicina ai cittadini che – ha spiegato Anna Maria Stanganelli – rivolgendosi al mio ufficio, hanno chiesto che li ascoltassi e che recepissi le loro istanze. Mi sono stati rappresentati problemi di natura ambientale di estrema gravità e mi sono impegnata a sostenerli. Costantemente scrivo e sollecito, come fatto anche nei giorni scorsi, tutte le autorità competenti comprese prefettura e procura.
L’altro impegno consiste nello studio epidemiologico, svolto in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche e il Gom, per accertare un eventuale nesso di causalità tra il degrado e i veleni sprigionati dai roghi dei rifiuti e l’incidenza tumorale registrata nella zona.
Sarà presentato il prossimo 22 novembre in occasione del tavolo tecnico di Oncologia, prevenzione e ricerca e in Consiglio regionale. Lo studio sarà esteso ai quartieri in cui si riterrà necessario espletarlo.
Il mio compito resta poi anche quello di continuare a rimanere accanto ai cittadini e di garantire loro un canale attraverso il quale comunicare con le autorità competenti a dare le risposte concrete. Ho proprio oggi sentito il sindaco Giuseppe Falcomatà, che sarà certamente interlocutore serio e corretto che a breve incontrerò personalmente». Così ha concluso la garante regionale della Salute Anna Maria Stanganelli.
Un incontro al quale si aspettano di essere convocate anche le delegazioni dei comitati e dei gruppi oggi presenti in piazza Italia. Questo sarà un altro dei banchi di prova del terzo tempo, o tempi supplementari che dir si voglia, del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.