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Palazzo di Giustizia di Reggio, oggi la stipula del contratto per il completamento con il viceministro Sisto

Prosegue con passo deciso l’iter per la riattivazione del cantiere fermo da anni. La posa della prima pietra vent’anni fa e la sua ultimazione attesa da oltre un decennio. Dallo scorso anno l’appalto è gestito dell'unità Tecnica Amministrativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Palazzo di Giustizia di Reggio, oggi la stipula del contratto per il completamento con il viceministro Sisto

A distanza di un anno torna a Reggio Calabria il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, questa volta per la stipula del contratto di appalto dei lavori di completamento del nuovo palazzo di Giustizia di Reggio Calabria che entro i prossimi 2 anni e mezzo dovrà essere completato. Il relativo progetto lo ha già presentato lo scorso autunno presso la sede storica dei Tribunali della Città, oggi sede della Corte d’Appello.

La stipula del contratto è attesa fin dalla prima consegna alla ditta esecutrice delle aree di cantiere avvenuta lo scorso settembre. Un ulteriore lasso di tempo è stato necessario per «l’integrazione documentale da parte della ditta esecutrice, per il completamento dell’attività di progettazione degli impianti specialistici e di alcune opere strutturali comprese nell’appalto integrato e per gli interventi di pulizia e di messa in sicurezza del cantiere abbandonato da tempo». Questo è quanto ha dichiarato l’assessore comunale con delega specifica al Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria, Carmelo Romeo dopo avere incontrato i rappresentanti della ditta e dell’unità Tecnica Amministrativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La prima pietra 20 anni fa

La prima pietra di questa mega opera fu posta vent’anni fa, a fronte di un investimento del Ministero di Giustizia, Decreto Reggio e Cipe di quasi 90 milioni di euro. L’auspicio era che l’ultima fosse posta nel 2011 quando, invece, i lavori non erano stati ancora completati e i rapporti tra la ditta Bentini di Faenza, aggiudicataria dei lavori con un ribasso del 20%, e il Comune di Reggio erano sempre più conflittuali.

Divenuto emblema delle incompiute, il cantiere del nuovo palazzo di Giustizia di Reggio Calabria fu al centro di un’odissea scandita da due appalti e contenziosi che ne rallentarono i lavori, fino a fermarli definitivamente nel 2020.

La costruzione di questa opera strategica e importante per la città e per l’amministrazione della giustizia, dunque, è stata flagellata da molteplici criticità. Adesso la svolta sembra finalmente vicina e il ricordo delle numerose impasse ormai lontano.

Due appalti e lavori mai ultimati

Nel 2016 l’accordo transattivo tra il Comune di Reggio e la ditta Bentini, che contemplava l’impegno a versare la somma pari a poco più di 6 milioni di euro a fronte di una richiesta risarcitoria di 38 milioni della ditta, aveva concluso una lunga e difficoltosa stagione di lavori scandita da scioperi, spettanze dovute e non versate, vertenze e mediazioni, non utili tuttavia a consentire il ripristino delle condizioni per la ripresa e il completamento dell’opera, e culminata con il licenziamento degli operai.

Ma il secondo appalto, vinto dalla ditta Passarelli di Napoli poco dopo, non fu più agevole e neppure risolutivo. Il nodo delle varianti e l’incognita, già al centro di una diatriba tra uffici tecnici del Comune e la precedente ditta Bentini, circa la percentuale dei lavori già eseguita, pregiudicarono il prosieguo fluido dei lavori e delle interlocuzioni con il Comune, precedendo l’interdittiva antimafia poi abbattutasi sulla ditta nel 2020. Da qui la volontà del Comune di trovare una strada per non ancorare i tempi del nuovo appalto dei lavori al nuovo contenzioso.

L’intervento del Ministero di Giustizia

Nel 2021 l’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Falcomatà ha inteso imprimere all’iter fortemente compromesso una nuova direzione, conferendo all’epoca una delega fuori giunta e oggi in giunta proprio relativamente a quest’opera strategica a Carmelo Romeo e assumendo la decisione di rivolgersi a un ente terzo che potesse gestire le attività propedeutiche alla ripresa e al completamento dei lavori, nelle more del contenzioso che ancora oggi pende dinanzi al tribunale delle Imprese di Catanzaro.

Nel gennaio del 2022, l’allora ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha firmato a Reggio il protocollo con il Comune per la ripresa dei Lavori.

La firma del contratto

Oggi, dunque, sarà il giorno della firma del contratto avente ad oggetto il completamento dell’opera, tassello formale prima della riattivazione del cantiere. Nel giro di due anni e mezzo essa dovrà essere completata.

La sottoscrizione è in programma questa mattina nell’ambito della cerimonia promossa dal dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della Giustizia e dall’Unità Tecnica Amministrativa della Presidenza del Consiglio dei ministri (Uta) e avrà luogo alle ore 10:30,presso il cantiere, all’interno della futura “Aula Magna” del palazzo di Giustizia, con ingresso da Via Vittorio Bachelet già via Gelsomino.

Il nuovo appalto

È stata proprio l’unità Tecnica Amministrativa (Uta) della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con sede a Napoli, in qualità di stazione appaltante, ad avere affidato lo scorso giugno “l’Appalto integrato su progetto di fattibilità tecnico ed economica (PFTE) per l’affidamento della progettazione esecutiva del restante 30% circa degli impianti specialistici e di alcune opere strutturali e l’esecuzione dei lavori di realizzazione delle opere di completamento del nuovo Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria“, al raggruppamento temporaneo di Imprese guidato dalla società Ingegneria Costruzioni Colombrita, per un importo di quasi 62 milioni di euro, a fronte dei 74 milioni messi in campo dal Ministero attraverso due protocolli: l’importo iniziale di 32 milioni di euro è stato poi incrementato con ulteriori 42 milioni di euro per il rincaro dei prezzi.

La verifica dei lavori eseguiti e di quelli da eseguire

Sono stati necessari sopralluoghi e verifiche prima di giungere all’odierna stipula. L’attività di verifica ha avuto la finalità di determinare l’effettivo stato di avanzamento dei lavori avviati vent’anni fa e mai completati, per appurare cosa fosse ancora da realizzare e cosa da rifare perché non più a norma.

La consegna del Demanio e della Regione

Nel novembre del 2023 è stato anche sottoscritto, presso la Corte di Appello di Reggio Calabria, è stato anche sottoscritto l’atto di cessione di diritti reali con il quale il Comune di Reggio Calabria ha trasferito allo Stato, a titolo gratuito per 99 anni, la proprietà del suolo sul quale sorgerà il palazzo di Giustizia e di alcuni edifici già esistenti e di altri ancora in fase di realizzazione. Contestualmente il Ministero della Giustizia ha preso in consegna dall’Agenzia del Demanio l’intero compendio per realizzare e completare le opere mancanti grazie ai fondi già stanziati. La firma ha coinvolto anche la Regione Calabria che ha ceduto gratuitamente all’amministrazione comunale alcuni terreni utili al complesso immobiliare.  

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