Mense scolastiche a Reggio, tutti contro la dirigente: «Noi vogliamo capire perché…»
Dopo quanto emerso in Commissione Controllo e Garanzia, e le reazioni dei protagonisti, ilreggino.it vuole vederci chiaro su un servizio che coinvolge migliaia di reggini
Alcuni ci hanno accusato di “terrorismo”, altri ci hanno incitato ad andare avanti su una questione, i cui contorni non sembrano proprio limpidi, che soprattutto coinvolge un migliaio di alunni reggini e tante famiglie desiderose di capire qual è lo stato dell’arte. Di certo c’è un’audizione della dirigente Girolama Daniela Roschetti che, in commissione Controllo e Garanzia a Palazzo San Giorgio, giovedì scorso ha dato conto di una situazione per certi versi imbarazzante del servizio mense del Comune.
«Ci sono stati problemi relativi alle qualità poco gradita, al fatto che mancavano pasti, che sono stati trovati capelli nel pasto». Così la dirigente.
Versione che oggi appare in qualche maniera contrastante con quanto sostenuto dalla società titolare del servizio – la Scamar Srl – che attraverso una breve nota inviata alla nostra redazione ha inteso prendere le distanze da quanto emerso in sede di commissione.
Il nostro lavoro a questo punto, è quello di capire dove sta la verità, e se ne esiste una plausibile, andando anche a ritroso nel tempo per capire come Palazzo San Giorgio gestisce il servizio e con quali regolamenti e organi di controllo, considerato anche che in quella audizione la dirigente ha parlato di sanzioni già irrogate alla società e sanzioni in fase di contestazione per 30mila euro.
I campanelli d’allarme
Non sappiamo oggi se ne usciremo con una verità assoluta, ma quanto meno ci prendiamo la briga di rispondere a tante lamentele e preoccupazioni che sono state evidenziate dalla dirigente Roschetti.
D’altra parte i campanelli d’allarme sono suonati già da tempo. Basti pensare a quanto emerso dall’indagine a dicembre dello scorso anno pubblicata da Foodinsider, che raccoglie i dati del monitoraggio annuale sullo stato della mensa scolastica, conducendo anche un questionario di gradimento nelle mense di molte città d’Italia. I dati dell’indagine si riferiscono all’anno scolastico 2021/22: Reggio Calabria, neanche a dirlo, era il fanalino di coda (insieme ad Alessandria) nella classifica con il migliore menù nelle mense scolastiche, con più di 150 punti di scarto dalle prime.
Senza dimenticare l’operazione dei Nas di marzo scorso quando i militari, nel corso degli oltre 40 controlli che sono stati effettuati, hanno controllato sia le sedi delle aziende di catering che forniscono pasti confezionati, che i punti cottura all’interno degli istituti scolastici, in particolar modi asili nido e scuole dell’infanzia, al fine di tutelare la sicurezza degli alunni. Il risultato: Sessanta chilogrammi di alimenti sequestrati e sanzioni amministrative per 13.600 euro.
Il sindacato «sbalordito»
Ora noi non siamo certo qui a puntare l’indice contro chicchessia. Ma una cosa è certa: andremo avanti.
Con buona pace anche di Aldo Libri, sindacalista di lungo corso che quasi con spregio, in una nota, ricorda che «un organo di informazione locale» – ilreggino.it, ndr – ha riportato le parole della «dirigente di settore che dovrebbe sovrintendere al buon funzionamento delle Mense Scolastiche del Comune di Reggio Calabria».
L’uso del condizionale sembra far trasparire del nervosismo da parte del segretario del Sul Calabria, che invece di chiedere spiegazioni sulle criticità emerse per bocca di una dirigente, si dice «sbalordito» dalle notizie riportate. Forse un modo per proteggere i «diversi dipendenti iscritti al Sul», o solo per dire che il Sul, il suo l’ha fatto, chiedendo «tempestivamente chiarimenti all’Azienda e successivamente all’Assessorato», traendone la conclusione che «i ritardi fossero dovuti alla mancata documentazione di alcune sedi scolastiche».
Insomma Libri vuole sostituirsi alla dirigente – «noi vorremmo capire perché si diffonde una simile notizia e quali documenti a supporto ha la dirigente per asserire quanto riportato» scrive – e santificare la Commissione mense che, come vedremo, ma forse lui non lo sa, è nata ed ha operato in maniera monca.
Libri che si vuole sostituire al Comune, l’amministrazione con l’assessore che ci accusa di terrorismo, le scuole e i cittadini reggini, compreso il Sul, dovrebbero invece favorire ed incitare all’approfondimento «quell’organo d’informazione locale» che vuole capire di più su una vicenda che getta pesanti ombre su un servizio fondamentale che il Comune deve assicurare ai suoi cittadini. E poco importa se il servizio è in scadenza.
Rassicuriamo pertanto Aldo Libri, sul fatto che noi continueremo a fare il nostro lavoro, senza guardare in faccia nessuno, semplicemente perché non abbiamo da tutelare piccoli interessi di bottega. Ma ci sentiamo meno tranquilli leggendo la chiusura del segretario, che assicura: «Noi vigileremo come sempre abbiamo fatto, con due obiettivi fondamentali: garantire la clausola sociale, ossia il diritto, sancito da leggi e contratti, dei dipendenti di rimanere in servizio a prescindere dall’Azienda aggiudicataria e una revisione della base d’asta per garantire un migliore pasto agli alunni della nostra città».
Forse, allora, qualcosa che non è andato per il verso giusto c’è stato. D’altra parte avete fatto tutto voi. La dirigente, la società, l’amministrazione, la Commissione ed ora pure il sindacato. Tutti uniti per dire che la Roschetti si è inventato tutto. Noi ci chiediamo solo il perché, anche se a voi non interessa.