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Quello che si conclude oggi è stato un anno che i reggini ricorderanno anche per la miriade di notizie che hanno puntato i riflettori sulla sanità reggina.
Il 2022 è stato senz’altro l’anno che ci ha consentito di uscire dall’incubo del Covid. No, l’emergenza è tutt’altro che passata ma se i primi mesi dell’anno sono stati caratterizzati dal caos vaccini, tra seconde e terze dosi, opposizioni e no vax, quelli successi, soprattutto in estate, hanno lasciato spazio all’idea che il coronavirus fosse solo un brutto ricordo. Ma, appunto, era solo un’idea.
Un anno tra covid e vaccini
Il 2022 ha lentamente riportato a una pseudo normalità dove la parole d’ordine è stata: convivenza. Si è imparato a convivere con il Covid. Le opposizioni ai vaccini sono state tante fino ad arrivare alla chiusura dei centri vaccinali. La quarta dose è diventata una scelta di pochi e anche se la cronaca ci racconta di una recrudescenza del virus, alle nostre latitudini i numeri non sembrano preoccupare.
Commissariamenti
Ma il tunnel del Covid non è stato l’unico terremoto ad aver scosso la sanità reggina. Con l’elezione del governatore Roberto Occhiuto, che ha assunto anche il ruolo di commissario della sanità calabrese, anche i vertici delle aziende ospedaliere sono stati messi in discussione. Il cambio di commissari tanto all’Asp quanto al Grande Ospedale Metropolitano ha senza dubbio rappresentato un passaggio importante per questo 2022 che non ha certo chiuso con un bilancio positivo in questo settore.
Emergenza urgenza e 118
Ad essere fortemente compromesso, e anche in questo caso il Covid ha contribuito negativamente, è stato il settore dell’emergenza urgenza. Un settore fortemente in affanno che non riesce a riprendersi a causa, soprattutto, della mancanza di professionisti disposti a mettersi in gioco in una realtà così complicata, logisticamente e territorialmente.
Carenza di personale e concorsi
I concorsi continuano ad andare a vuoto mentre i reparti si votano e l’offerta sanitaria si riduce drasticamente.
Chiusura ospedale di Scilla
La ferita più profonda che questo 2022 lascia sul territorio reggino è la chiusura dell’ex ospedale di Scilla. Una struttura immensa che l’Asp ha dichiarato non a norma e per la quale un’intera cittadina si è mossa per scongiurare la perdita di un presidio e di servizi già carenti sul territorio. L’anno si chiude con un grande punto interrogativo: il destino dello Scillesi d’America è la demolizione?
I medici cubani
Ma l’ultima notizia di questo 2022 in sanità riguarda i medici cubani arrivati pochi giorni fa a Reggio. A loro è affidato il compito di affiancare il personale sanitario ridotto a lumicino nei nostri ospedali e stremato dopo due anni di pandemia. Una soluzione tampone che dovrebbe, soprattutto, dare il tempo di riprogrammare una sanità diversa per il futuro.
L’ospedale di Palmi
E proprio guardando al futuro quello che appare ormai come un miraggio è l’ospedale di Palmi. Anche il 2022 è passato senza vedere la posa della prima pietra. In compenso, però, si continua a discutere di una struttura rimasta, ad oggi, solo sulle carte.

