mercoledì,Marzo 26 2025

Caos mense scolastiche a Reggio, ecco come ha funzionato il servizio

Il Comune solo adesso cerca due figure, componenti fondamentali della Commissione mensa: il biologo nutrizionista e il tecnologo

Caos mense scolastiche a Reggio, ecco come ha funzionato il servizio

Ritardi, qualità del cibo non ottimale, o forse peggio, nelle mense scolastiche di Reggio. La commissione Controllo e Garanzia al Comune di Reggio Calabria, convocata il 25 maggio dal presidente Massimo Ripepi, con l’audizione della dirigente del settore, Daniela Roschetti, ha scoperchiato un vaso di Pandora.

Come vengono trattati i bimbi nelle mense reggine? Veramente non c’è stata tutta la cura necessaria? E se ci sono delle responsabilità a chi possono essere accreditate? Tutto questo non per puntare il dito, ma per offrire il meglio ai piccoli studenti delle scuole di Reggio.

Per rispondere a queste domande abbiamo ricostruito le attività e i compiti che, per legge vengono stabiliti per gli attori principali della vicenda, società che ha l’appalto, comune e commissione mensa.

Il servizio mensa a Reggio

Facciamo prima un passo indietro, per raccontare come funziona nel Comune di Reggio il servizio mensa. La prima preoccupazione degli amministratori appena eletti nella giunta Falcomatà nel 2014 fu quella di trovare locali idonei alle mense scolastiche che mancavano in molte scuole. Problemi che trovarono una soluzione. Altro tempo c’è voluto per formulare l’avviso di gara, con un puntuale aggiudicatario, bando poi scaduto nel 2016.

Dal 2017 è la Scamar ( un’Ati)che si occupa dell’appalto del servizio, in favore del Comune di Reggio Calabria, di mensa scolastica a.s. 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021 mediante preparazione dei pasti presso i centri di produzione del fornitore. La società, dopo un avviso, risulta affidataria del servizio. Si tratta di un contratto per un appalto alla scadenza del quale, subentra una proroga di ulteriori due anni per il 2021/2022 e 2022/2023. L’appalto dunque ora volge al termine che stanno per finire.

Il covid e i pasti monoporzione

Come sottolineato in vari passaggi dalla dirigente audita in commissione, rispetto al 2017 tanti parametri sono cambiati. «Dovevano essere previsti adeguamenti dei prezzi, mentre oggi un pasto ha ancora il valore di 3,98». Attraverso le parole della Roschetti si desume che i costi sono lievitati poiché si è passati in tempi di covid ai pasti nella modalità monoporzione, in luogo della multiporzione, al fine di ridurre al minimo la manipolazione dei cibi e, soprattutto, di semplificare la consumazione da parte dei bambini. E, di conseguenza, con un leggero aumento di costi della refezione scolastica.

Il nuovo bando

Certo è che in queste settimane il Comune è al lavoro per la preparazione del prossimo bando per le mense scolastiche. Un documento che terrà conto di tutto ciò che dal 2017 è cambiato. Sempre in riferimento a quanto la Roschetti ha dichiarato ossia: «Inflazione, pandemia penso abbiano inciso sulla qualità del servizio. Di tutto ne stiamo tenendo conto per la prossima gara».

La Carta dei servizi che non c’è

Da notare che al Comune di Reggio Calabria, pur essendoci un regolamento per la mensa, e una commissione Mensa, il documento fondamentale ossia la Carta dei servizi non è reperibile. Dopo lunga e faticosa ricerca siamo riusciti a trovare una carte datata 2005.

La carta del servizio della ristorazione scolastica ha il duplice scopo di informare in modo trasparente e completo relativamente servizio ristorazione e dalle modalità per usufruirne. E anche di favorire un rapporto diretto tra il servizio e i propri utenti, definendo in modo chiaro e comprensibile le modalità di erogazione del servizio e le possibilità previste per gli utenti di esprimere i loro giudizi, suggerimenti e reclami.

L’importanza della carta è che si tratta di uno strumento di riferimento e di garanzia della qualità del servizio di ristorazione scolastica, ispirato alla direttiva del presidente del consiglio dei ministri del 27/01/1994 recante “Principi sull’erogazione dei Servizi Pubblici”, che detta i principi generali cui deve essere progressivamente uniformata l’erogazione dei servizi pubblici, individuando la “carta dei servizi” quale principale strumento a disposizione delle pubbliche amministrazioni per definire agli utenti i servizi erogati, gli standard garantiti, e le modalità di espressione di giudizi, reclami ecc.

In particolare il documento del 2005, che non sappiamo sia ancora valido, chiarisce che “Il Fornitore viene scelto tramite una gara, che prevede un affidamento del servizio di norma annuale, eventualmente rinnovabile per ulteriori due anni. La selezione di gara viene effettuata sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa che tiene conto, oltre che del prezzo, anche della valutazione dei seguenti parametri qualitativi”.

Quindi c’è da capire se la carta esiste o è valida. Mancando la carta dei servizi come fanno i genitori, gli insegnati e comunque tutti gli attori del processo ad avere delle regole certe su cui fare affidamento per la gestione sana delle mense?

La Commissione mensa

Altra componente fondamentale in questa storia è la commissione Mensa. All’interno del servizio mensa scolastica un ruolo fondamentale lo ha la commissione mensa. La delibera del consiglio comunale n 84 del 28 settembre 2018, apporta delle modifiche al “Regolamento recante disposizioni per la costituzione ed il funzionamento della commissione mensa cittadina”. L’amministrazione comunale di Reggio garantisce il servizio di mensa scolastica agli alunni delle scuole dell’infanzia statali e comunali, alle scuole primarie e secondarie di primo grado a tempo prolungato in applicazione dell’articolo 17 della legge regionale 27/1985 – con la deliberazione del consiglio comunale numero 4 del 10 febbraio 2017 – è stato approvato il regolamento recante disposizioni per la costituzione del funzionamento della commissione mensa cittadina al fine di avvalerci – si legge nell’atto – di un organo di collegamento tra l’utente e amministrazione stessa con finalità di verifica sull’andamento complessivo del servizio e di impulso di miglioramento.

La Commissione mensa

Per definizione quindi la Commissione mensa è un organo consultivo, propositivo e di verifica. E, tornando dalle carte e dalla teoria, alla pratica del caos relativo alle mense scolastiche, attraverso le dichiarazione della dirigente del settore Girolama Daniela Roschetti sappiamo che il malumore circa le contestazioni relative al cibo delle mense «riguardano tante scuole, perchè i rappresentanti delle scuole partecipano alla commissione Mensa, dove tutti i nodi vengono al pettine. Esistono reclami fatti con modulistica dalle scuole che avviano il contraddittorio con la ditta, prevenuti da plessi in cui c’è maggior attenzione al servizio e alla segnalazione di ciò che non va».

Le sanzioni

Risulta dunque che sono stati vari i tentativi di risoluzione bonaria, con confronto tra scuole e società, attività confermate da Scamar che riferisce di un incontro coi dirigenti per risolvere le criticità. Evidentemente i nodi non sono stati sciolti. A un certo punto le lamentele si sono trasformate in azione.

Afferma la dirigente «A fronte dei reclami, abbiamo contestato, atteso controdeduzioni, quando ci sono sembrate non idonee a giustificare quanto lamentato abbiamo provveduto a irrigare le penali, ci siamo mossi alla luce dei rimedi possibili come previsto dal contratto».

E poi sono arrivate le sanzioni. «Le segnalazioni sono relative al servizio di novembre e dicembre. Le penali hanno una valenza di natura economica, quindi sanzionatoria, e sono state trattenute sulle fatture di gennaio e febbraio (circa 3.000 euro in applicazione del capitolato tecnico), mentre è in fase di contestazione una ulteriore da 30mila euro relativa però alla corretta esecuzione del contratto».

Da rimarcare un particolare di non poco conto, di cui dà atto la dirigente in audizione. «Nonostante l’intensità delle lamentale non abbiamo adottato provvedimenti più drastici perché non c’era un secondo soggetto in graduatoria, interrompere la fornitura con l’Ati voleva dire interrompere il servizio. Da gennaio la situazione è rientrata anche se le lamentele proseguono, stiamo facendo tesoro di quanto accaduto per predisporre una nuova gara visto che il contratto è vicino alla scadenza e nuovo bando è pronto».

Tra i compiti previsti e tra le funzioni della commissione mezza c’è il monitoraggio dell’accettabilità del pasto e della qualità del servizio attraverso idonei strumenti di valutazione la rispondenza del servizio al capitolato di fornitura da parte della ditta fornitrice. E ancora la verifica della coerenza tra menù concordato e menù effettivamente preparato, fatti salvi cambiamenti dovuti a forza maggiore. In ogni caso la commissione mensa è composta da «2 rappresentanti dei genitori per ogni istituto comprensivo nominati dal consiglio d’istituto stesso; da 2 rappresentanti del personale docente per istituto comprensivo nominati dal consiglio d’istituto dello stesso; da un tecnologo alimentare e un biologo nutrizionista abilitato alla professione, individuati prioritariamente tra i dipendenti comunali dotati dei requisiti e, in subordine dagli ordini professionisti di riferimento; un rappresentante del settore competente; un rappresentante del servizio di refezione scolastica nominato dal gestore del servizio mensa; 2 rappresentanti degli istituti comprensivi presso i quali è stato attivato il servizio mensa cittadina indicati dal ufficio scolastico provinciale e infine un rappresentante di associazioni di volontariato che abbiano conclamate esperienza nel settore dell’alimentazione umana. È componente di diritto l’assessore all’istruzione o un suo delegato».

Fondamentale la previsione di due professionisti: il biologo e il tecnologo che, tuttavia, a quanto risulta non sono stati mai presenti nella Commissione reggina. Si tratta di due figure che tecnicamente possono avanzare richieste con cognizione di materia. Da qui la domanda all’assessore al ramo: come mai non esistono queste figure? A sostegno di quanto affermiamo ci sono le richieste avanzate dal comune che, dopo anni, sono pervenute solo il 6 aprile scorso.

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