Reggio, il Comune “perde” l’ex carcere di Gallina: l’immobile torna al Demanio
Era stato trasferito all'amministrazione nel 2017 ma l'ente non ha realizzato il progetto di riqualificazione e rigenerazione
L’ex carcere mandamentale di Gallina, zona periferica di Reggio Calabria, torna in possesso del Demanio. Era stato trasferito al Comune a titolo gratuito nel 2017. L’amministrazione di palazzo San Giorgio, però, non ha realizzato il progetto di riqualificazione e rigenerazione. Il reiterato stato di abbandono del bene immobile ha giustificato la retrocessione all’agenzia che adesso individuerà una strategia per valorizzarlo. Una strada potrebbe essere quella della messa a bando per affidamento a privati che, riqualificandolo, possano funzionalizzarlo.
Il progetto rimasto sulla carta
Nel 2017 era stato inserito nel masterplan delle opere previste dal progetto Sport Scape, finanziato nell’ambito della rimodulazione del Decreto Reggio, firmata in quel frangente a Roma dal sindaco Giuseppe Falcomatà e dal Ministro dei Trasporti Graziano Delrio. L’annuncio era stato dato congiuntamente dall’allora vicesindaco Armando Neri e dal consigliere Metropolitano Demetrio Marino.
Il progetto rientrava in una progettualità più ampia di rigenerazione del quartiere di Gallina e che coinvolgeva più enti. Era stato presentato, infatti, anche un protocollo di intesa alla presenza dell’allora direttore del dipartimento di Agraria e oggi rettore dell’università Mediterranea di Reggio, Giuseppe Zimbalatti, del presidente Regionale del Coni Maurizio Condipodero, e dell’allora dirigente scolastica dell’istituto professionale Alberghiero Turistico di Villa San Giovanni Carmela Ciappina.
La rigenerazione mancata del quartiere
L’idea era quella di prevedere l’istituzione di una sezione staccata dell’Istituto Professionale Alberghiero Turistico di Villa San Giovanni da collocare all’interno dell’edificio della ex Facoltà di Agraria, ad oggi anch’esso abbandonato, lo sviluppo di programmi di rigenerazione agricola nei terreni adiacenti, a cura del dipartimento di Agraria della Mediterranea (che però lo scorso anno ha inaugurato in altro sito l’Azienda agraria universitaria), la promozione dello sport e del benessere attraverso il progetto di formazione del Coni Calabria e del Decreto Reggio “Sport Scape”. Questo avrebbe dovuto essere il segmento di interesse per la riqualificazione dell’edificio dell’ex carcere mandamentale di Gallina. Invece nulla si concretizzò.
L’ex carcere di Gallina, già all’epoca in forte stato di abbandono e da riqualificare completamente, era stato trasferito a titolo non oneroso dal Demanio al Comune. Rilevate, però, la mancata riqualificazione e la mancata rigenerazione si è proceduto con la retrocessione. Il ritorno in capo dell’agenzia territoriale del Demanio è propedeutico e nuove strategie per rilanciare l’immobile e sottrarlo al destino di incuria e abbandono, che nel frattempo ne hanno aggravato lo stato di degrado, per valorizzarlo e conferire una nuova funzionalità.
Il carcere mandamentale a Gallina
«Gallina, oggi zona periferica e collinare del comune di Reggio Calabria, dal 1811 e fino al 1927 fu Comune a sè. Nato dalla distruzione della città di Sant’Agata, avvenuta a causa del terremoto del 1783, il paese aveva conservato la denominazione detto Sant’Agata in Gallina fino al 1861.
Nel Comune di Gallina, proprio perchè tale, nell’Ottocento era stato edificato un carcere mandamentale poi seriamente danneggiato dal terremoto del 1908. In seguito su quel sito venne edificata la nuova sede del solo Municipio che ancora oggi si trova nella piazza principale del paese.
Per il carcere, invece, si individuò un nuova collocazione a Gallina, di fronte a una piazza che poi assunse la denominazione di piazza Carceri e che di recente è stata intitolata alla memoria dell’indimenticato medico e poeta Giuseppe Marino. Dopo l’episodio di un’evasione di due detenuti, avvenuto diversi decenni fa, il carcere fu ritenuto non sicuro e venne chiuso. Da allora è un edificio in completo disuso». Ha raccontato lo studioso della storia di Gallina, Giuseppe Moscato.
È questo (il secondo, costruito nel 1926) l’immobile adibito a carcere che a Gallina il Comune si era impegnato a recuperare per restituirlo alla fruizione collettiva. L’immobile si compone di due corpi di fabbrica perpendicolari tra loro: il primo destinato agli uffici e alla cucina, mentre l’altro alle celle di detenzione e alla sala medica. Oggi questo compendio immobiliare è invece in stato di abbandonato. Il primo stabile che aveva ospitato il carcere, la pretura e il Comune nel 1800 è oggi sede del municipio.
Cenni storici
«Sin dalla ristrutturazione amministrativa del 1811, voluta dai francesi, Gallina fu elevata a
Capoluogo di Mandamento e, per tale ragione insieme alle altre opere pubbliche, venne realizzato un unico manufatto adibito a Pretura, Carcere e Uffici Comunali.
Tra il 1904 e il 1908 la struttura carceraria ospitò 690 detenuti. Poi il sisma la compromise. Il sindaco Romeo in nel 1909, chiese al Governo del Re di poter costruire un carcere succursale di ausilio al vicino carcere di Reggio Calabria. La risposta positiva si ebbe solamente sul finire del mese di aprile del 1910.
L’ufficio tecnico comunale si attivò per individuare un posto idoneo dove potesse sorgere la nuova struttura penitenziaria. Fu scelto il luogo ricadente, ai margini est del centro abitato. La struttura penitenziaria fu definitivamente collaudata dall’ingegnere Serafino De Angelis nel giugno del 1926. L’ultimo atto di questa storia si registrò il 4 luglio 1926 quando furono consegnati i lavori della piazza e delle vie di accesso.
Il carcere di Gallina, fu chiuso definitivamente agli inizi degli anni Sessanta, dopo che due detenuti, Strati e Caracciolo, riuscirono a evadere». È molto più ricca di altri dettagli la ricostruzione della storia dell’ex carcere di Gallina curata da Filippo Moscato, fratello di Giuseppe e ricercatore appassionato della storia del territorio, e che sarà al centro di una nuova pubblicazione in uscita, dedicata alla storia di Gallina.
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