Reggio, Alberto Angela alla Mediterranea per la laurea honoris causa: «La cultura è il nostro tesoro più grande» – FOTO
Il divulgatore scientifico torna in Calabria e parla ai giovani: «L’università non è un traguardo, ma un trampolino. La cultura è lo strumento che ci permette di affrontare le grandi sfide del domani»

Avvezzo a navigare nel mare della conoscenza, il paleontologo, divulgatore scientifico, conduttore televisivo, giornalista e scrittore, figlio dell’indimenticabile Piero, la cui narrazione sapiente dell’antico dieci anni fa si soffermò anche sui Bronzi di Riace, sulla loro bellezza intrisa di mistero. Alberto Angela torna in Calabria e a Reggio, questa volta per approdare all’università Mediterranea e, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024/2025, essere insignito della laurea honoris causa in Scienze forestali e ambientali.
Il programma
Ha voluto incontrare i giornalisti in conferenza stampa prima della cerimonia nell’aula magna Antonio Quistelli. Dopo il corteo accademico, il discorso inaugurale del rettore Giuseppe Zimbalatti e gli interventi di Isabella Scardino, presidente del Consiglio degli Studenti e di Marcello Spagnolo, rappresentante del Ptab (Personale tecnico amministrativo bibliotecario) in Senato Accademico. Molto toccante la generosa testimonianza di Winner Ozekhome, studente venticinquenne di origini nigeriane, arrivato a Reggio nel 2016, laureatosi cum laude nel 2022 in Ingegneria dell’Informazione e prossimo a conseguire a breve la laurea specialistica in Ingegneria informatica e per i sistemi di Telecomunicazione. Il suo racconto di vita e di rinascita a Reggio ha raggiunto il cuore della platea che ha tributato al giovane, al suo coraggio, alla sua tenacia e alla forza dei suoi sogni, due lunghi e forti applausi.
Quindi il conferimento della Laurea Magistrale Honoris Causa in Scienze Forestali e Ambientali ad Alberto Angela, la laudatio del professore Giuseppe Bombino, Cds Magistrale in Scienze Forestali e Ambientali, e la lectio magistralis di Alberto Angela. Le motivazioni del riconoscimento affidate a Marco Poiana, direttore del Dipartimento di Agraria, e le conclusioni al presidente della Regione Roberto Occhiuto, reduce dall’inaugurazione a Crotone del corso inter-ateneo con la Magna Grecia di Catanzaro e con l’università della Calabria, la laurea in Medicina e Chirurgia Tecnologie digitali per l’anno accademico 2024/2025. Cerimonia impreziosita dal coro polifonico dell’Università Mediterranea.
Alberto Angela: «La cultura è un trampolino per il futuro»
«Innanzitutto, permettetemi di dire che sono molto felice di essere qui», ha esordito Angela, visibilmente emozionato. Parlando del suo arrivo all’università, ha osservato con interesse i ragazzi impegnati nello studio: «Ho visto tanti ragazzi, alcuni nelle aule, altri fuori. Chi fa ricerca non smette mai di continuare a studiare, e io mi sento uno di loro». Poi, con un pizzico di ironia, ha aggiunto: «Anzi, adesso farò un esame, tutto sommato, per la laurea che per me è una grande emozione. La laurea in Scienze naturali che ho conseguito in passato, l’ho scelta. Altra esperienza è quella di una laurea honoris causa che ti viene conferita da altri che, evidentemente, riconoscono valore al tuo percorso».
Rivolgendosi direttamente ai giovani, Angela ha voluto dare un consiglio importante: «Non considerate l’università come un traguardo ma come un trampolino. La laurea, la tesi, non devono essere l’atto finale di un corso, ma una porta verso il mondo del lavoro». Angela ha insistito sul fatto che le due cose sono intimamente collegate, poiché l’università è solo l’inizio di un percorso che accompagnerà i giovani nella costruzione del loro futuro. «Credo in loro, credo nei giovani, perché il futuro incombe e solo le menti preparate saranno in grado di affrontarlo».
I Bronzi “vivi” e quel ricordo del loro ritorno al museo dopo il restauro
Durante la conferenza stampa successiva, Angela ha affrontato vari argomenti, tra cui la storia dei Bronzi di Riace e il loro misterioso affondamento. «Le ipotesi sono tante, ma non ne sposo una in particolare. Nel mio libro ho considerato tutte le possibilità, ricordando che non è un naufragio classico, perché non ci sono resti di un relitto con anfore o altri reperti. C’è qualcosa che ancora non possiamo spiegare».
Descrivendo la bellezza dei Bronzi e il loro valore culturale, Angela ha spiegato: «Sono l’unica opera che io abbia mai visto a sembrare viva. Questi capolavori potrebbero stare ad Atene, e invece stanno qui, perché rappresentano la bellezza del Mediterraneo. Sono ambasciatori che ci dicono che facciamo parte di una stessa cultura». Ha poi ricordato la sua prima esperienza con i Bronzi durante il restauro, dicendo: «Sembrano persone vive, non pezzi di metallo. Sembrano respirare, ti guardano. Venendo qui, oggi, ricordavo l’esperienza di alcuni anni fa quanto vidi i Bronzi in fase di restauro. È stato emozionante vedere le ciglia e quei boccoli. Quel momento resterà per sempre scolpito in me. Pensavo che mi sarebbe piaciuto ritornare a quella sera, in cui questi Bronzi di notte, in una Reggio Calabria addormentata, vennero trasportati in una sorta di corteo non funebre ma, al contrario, di rinascita. Tornavano nel museo rinnovato. Ricordo le cautele riservate per il loro trasporto. Erano e sono capolavori di straordinaria grandezza del nostro passato che ci ricordano chi noi siamo».
L’esplorazione dello spazio e i frutti della ricerca
Angela ha anche discusso il ruolo dell’Italia nell’esplorazione spaziale e nell’innovazione tecnologica: «L’Italia ha sempre giocato un ruolo di primissimo piano nell’esplorazione spaziale. Il futuro è nello spazio. Le ricerche in questo ambito hanno sempre ricadute sulla Terra in termini di nuove tecnologie, materiali e conoscenze». Secondo Angela, l’esplorazione spaziale non è solo un’avventura lontana: «Non si tratta solo di andare sulla Luna o su Marte, ma di stimolare nuove invenzioni che poi migliorano la nostra vita quotidiana».
La conoscenza per affrontare il futuro
Infine, parlando del valore della cultura e dell’istruzione, Angela ha sottolineato l’importanza di investire nei giovani: «L’Italia deve investire nella cultura e nella conoscenza. I giovani sono la chiave per affrontare il futuro». Ha poi ribadito che «creare un vivaio di talenti locali» è fondamentale per regioni come la Calabria, ricche di potenzialità ma spesso sottovalutate. «La cultura e la conoscenza sono gli strumenti che ci permetteranno di affrontare le grandi sfide del futuro, come la crisi climatica e i problemi tecnologici».
La sfida della divulgazione scientifica in tv
Angela si è poi soffermato sulla sfida della «divulgazione scientifica in televisione molto difficile ma anche una grande soddisfazione realizzare che gli italiani sono curiosi e desiderosi di scoprire. L’italia è l’unico paese con un programma di divulgazione scientifica in prima serata sulla rete ammiraglia». Il programma televisivo “Ulisse”, trasmesso in prima serata su Rai Uno, ne è la prova: «Non è solo merito mio o del team, è la gente a casa che ci segue e ci dà la forza di continuare».
Zimbalatti: «Alberto Angela è il simbolo perfetto dei valori che la nostra università condivide»
Il Magnifico Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti, ha espresso con grande orgoglio il conferimento della laurea honoris causa ad Alberto Angela, sottolineando l’entusiasmo con cui il noto divulgatore scientifico ha accettato l’invito. «Siamo particolarmente orgogliosi di questa cerimonia», ha dichiarato Zimbalatti, aggiungendo che «Alberto Angela ha accolto con grande entusiasmo il nostro invito» e che, al termine della cerimonia, avrebbe incontrato una delegazione di studenti. «Le sue tematiche cavalcano la conservazione del pianeta, la biodiversità e il paesaggio», ha continuato il rettore, spiegando perché Angela sia stato il destinatario ideale della laurea honoris causa in Scienze Forestali e Ambientali.
Zimbalatti ha inoltre sottolineato come ci sia stato un «matrimonio naturale» tra queste discipline e Angela, aggiungendo che l’intero ateneo si sente vicino a lui: «Con tutte le nostre competenze, discipline e corsi di laurea, ci sentiamo molto vicini a questo grandissimo divulgatore scientifico». Ha poi elogiato Angela come una «personalità di grande levatura» e ha apprezzato la sua disponibilità a incontrare i giovani, che per l’università rimangono al centro di ogni attività.
Guardando al nuovo anno accademico, Zimbalatti ha affermato: «Apriamo questo anno accademico con entusiasmo, fiducia e un po’ di ottimismo», spiegando che le dinamiche che coinvolgono l’ateneo sono «abbastanza positive». Ha anche sottolineato il trend crescente delle immatricolazioni: «Siamo a un buon +5%», un dato incoraggiante, considerando le dinamiche sociodemografiche del territorio. Zimbalatti ha poi evidenziato l’attivazione di nuovi corsi, come Ingegneria Meccanica, Scienze Motorie e Diritto allo Sport, affermando: «Lavoriamo per offrire una didattica moderna e adeguata alle esigenze del territorio e del mondo del lavoro».
«Vogliamo creare maggiori opportunità affinché i nostri laureati possano rimanere qui a lavorare», ha concluso il rettore, citando anche i nuovi servizi offerti dall’ateneo, tra cui una sala cineforum e un bosco urbano. «Siamo impegnati a migliorare la nostra capacità di accoglienza con progetti sulla residenzialità».
Winner: «Il Mediterraneo orizzonte di salvezza»
«Frequentavo l’ultimo anno del liceo scientifico in Nigeria. Ero a scuola il giorno in cui un commando terroristico assaltò il mio istituto, seminando morte e distruzione. Riuscì a scappare e da allora iniziò il terrificante e disperato viaggio in cerca di salvezza e di libertà. Ho attraversato l’Africa, sopravvivendo ai malfattori e ai trafficanti di uomini e le prigioni libiche. Alla fine ho scorto il mare come unico orizzonte di salvezza. Era pericoloso perchè la traversata era incerta a causa delle condizioni del mare e per la precarietà dell’imbarcazione sulla quale eravamo stipati a centinaia. Ma non avevo scelta. Non potevo tornare indietro, perchè sarei andato incontro a morte sicura. Andando avanti avrei avuto la speranza di approdare, di toccare terra e ricominciare a vivere.Grazie a Dio la barca sulla quale ho viaggiato non è affondata.
Qui a Reggio Calabria – ha raccontato Winner Ozekhome – è cominciata la mia seconda vita. Non senza difficoltà. Non senza umiliazioni. Non senza l’angoscia di non riuscire a trovare un posto nel mondo. All’inizio ero solo un numero nelle statistiche dell’immigrazione in Italia. Poi, piano piano sono diventato una persona. L’ho capito quando qualcuno mi ha guardato negli occhi e mi ha riconosciuto come un essere umano. Come figlio, come fratello. Come compagno di strada, scegliendo di starmi accanto e di ascoltarmi. Quando per qualcuno sono diventato qualcuno tutto è cambiato.
La differenza nella mia vita l’hanno fatta le persone che non si sono limitate ad ascoltare il racconto del mio viaggio della speranza per cucirmi addosso gli abiti del coraggioso migrante sopravvissuto ma coloro che hanno anche voluto conoscermi, a prescindere dal fardello che mi portavo addosso, e che hanno voluto includermi nella loro vita, che hanno voluto ascoltare i miei sogni, aiutandomi a realizzarli.
Arrivare qui, al punto in cui sono oggi, non è stato facile. In Nigeria avevo una famiglia che manteneva i miei studi ed ero quasi diplomato. In Italia ho dovuto ricominciare da zero. Ero da solo. Una tra tanti. Senza famiglia e senza risorse. Con l’intenzione di continuare i miei studi, ho frequentato i corsi serali e ho conseguito la licenza media. Poi mi sono diplomato all’istituto tecnico industriale con il massimo dei voti.
Nel tempo sono diventato un educatore scout, ho iniziato a giocare a calcio, ho fatto servizio civile universale presso la Caritas diocesana di Reggio Calabria, sono diventato donatore Avis. Tutte esperienze che potrebbero essere ascritte a uno straordinario percorso di integrazione. Io preferisco dire che ho vissuto come qualunque altro ragazzo affamato di vita e di esperienze.
Dopo il diploma – ha raccontato ancora Winner Ozekhome – i miei sogni hanno continuato a lievitare. Mi era chiaro che avrei potuto laurearmi. Desideravo studiare Ingegneria e l’ho fatto. L’esito, però, non era scontato. Qualcuno pensava che non sarei riuscito ad affrontare un corso di studio in italiano non avendo ancora una buona conoscenza della lingua. Io per primo nutrivo questa paura. Per questo avevo optato per un corso di laurea in lingua inglese presso un’altra università. Il caso ha voluto che frequentassi l’università Mediterranea. Non era la mia prima scelta ma nel tempo si è rivelata la scelta migliore per la mia formazione professionale e per la mia vita.
Adesso, che sono prossimo alla laurea magistrale, con grande soddisfazione posso dire di avere raggiunto questo traguardo con le mie sole forze, con la mia naturale attitudine per questa tipologia di studi. Ma senza la passione e il duro lavoro non avrei raggiunto questo risultato. Auguro a tutti i miei colleghi e alle mie colleghe di scoprire quale sia la loro passione, di sapere chi sono, cosa vogliono e dove vogliono andare. Quando una passione ti brucia dentro – ha concluso Winner Ozekhome – ti permette di mantenere fisso l’obiettivo da raggiungere, cancellando i dolori e le sofferenze che durante il percorso si possono subire, ti consente di arrivare fino alla fine, quale che sia stato il punto di partenza, senza sosta, senza incertezze e senza ripensamenti».
Occhiuto: «Prestigio per tutta la Calabria la laurea honoris causa ad Alberto Angela»
«Questa università può diventare ancora più importante. La sua denominazione “Mediterranea” invoca un impegno. Io credo molto nella possibilità che la Calabria possa diventare un punto di riferimento per l’Italia, per l’Europa e per tutti quei paesi che si affacciano su questa area e che cresceranno nei prossimi anni. Un incremento superiore a quello dei paesi europei. Dunque, avere presidi del sapere in Calabria significa prepararsi a non perdere quest’occasione. Tante volte in passato è capitato di perdere occasioni importanti. Io credo che oggi l’università Calabrese sia solida e pronta a questa sfida.
Questa cerimonia con Alberto Angela, icona di cultura, dimostra che verso l’università Mediterranea c’è un grande interesse da parte della comunità culturale italiana. Ringrazio la Mediterranea per questo prestigioso evento che inorgoglisce tutta la regione».
Poiana: «Lo sviluppo socio-economico del Paese invincibilmente legato al Progresso Culturale»
«Alberto Angela mostra una profonda conoscenza nel presentare le grandi questioni che attengono alla gestione e alla conservazione della Natura, della Biodiversità e degli Ecosistemi Forestali. Con autorevolezza e competenza sostiene la tesi secondo cui lo sviluppo socio-economico del Paese è invincibilmente legato al Progresso Culturale, alle Scoperte Scientifiche e alle conquiste di una tecnologia che non dimentica l’Uomo.
In definitiva, la Sensibilità e la Competenza di Alberto Angela ci consegnano l’Opera Educativa, Didattica e Formativa di un Uomo che, con equilibrio, “usa” il mezzo televisivo per informare l’opinione pubblica nazionale ed internazionale intorno alle più rilevanti questioni ambientali e ai paradigmi dello sviluppo, suggerendo processi culturali volti a sensibilizzare l’opinione pubblica ad una coscienza ecologica ed ambientale.
Per questi motivi, e in relazione ai saperi multidisciplinari che lo avvicinano alle diverse aree scientifiche che caratterizzano il percorso formativo, viene conferita la Laurea Magistrale Honoris Causa in Scienze Forestali e Ambientali ad Alberto Angela». Così Marco Poiana, direttore del Dipartimento di Agraria, nelle motivazioni del riconoscimento.
Alberto Angela ai giovani: «Studiate perché la cultura resta»
A conclusione della mattinata, l’incontro di Alberto Angela con una delegazione di sette scuole secondarie di secondo grado del territorio, nell’ambito delle attività di orientamento svolto dall’università. Alberto Angela ha esortato i giovani a studiare. «La cultura – ha detto- rimane anche quando hai perso tutto».
Dunque la conoscenza è fondamentale e i giovani vanno accompagnati in questo percorsi. «L’Italia deve investire. Ci sono tante immagini che i ragazzi hanno per il loro futuro. A volte scegliere la conoscenza non è la strada più facile, non è quella che ti porta immediatamente qualcosa ma è certamente quella più sicura per molti aspetti. Occorre, tuttavia, sostenere i giovani in questo percorso. All’estero, spesso, trovo tanti ragazzi che hanno lasciato l’Italia, menti che noi abbiamo perduto, cervelli che potevamo aiutare a restare. Questo è un problema che non riguarda la Calabria ma l’Italia in generale. Investire sui giovani, sull’università, sulla ricerca, sulla conoscenza, significa investire sul futuro». Così ha concluso, Alberto Angela.