A TU PER TU | Il rettore Giuseppe Zimbalatti esalta il ruolo inclusivo dell’Ateneo e su medicina rilancia: «Servono un progetto sostenibile e ingenti risorse» – VIDEO
Una conversazione a tutto tondo sull’università Mediterranea tra bilanci e prospettive

Bilanci e prospettive al centro dell’intervista che il rettore dell’università Mediterranea di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti ha rilasciato all’interno del nuovo format de ilReggino.it dal titolo “A tu per tu”. Guarda il Video
Iscrizioni e offerta formativa
Un momento positivo in cui crescono le iscrizioni e l’offerta formativa.
«Siamo un’università pubblica che ha l’inclusione sociale e l’elevazione culturale come scopi principali. Cerchiamo, pertanto di abbattere il più possibile le barriere amministrative ed economiche per aprire massimamente ai giovani che scelgono di restare o di venire a Reggio Calabria per studiare alla Mediterranea. Siamo soddisfatti del conseguimento di +16-18 % sul fronte delle iscrizioni. Un dato, ancorché non definitivo, certamente incoraggiante. Il mondo cambia ormai velocemente e occorre stare al passo con i tempi ed essere aggiornati. Tra i nuovi corsi di laurea quella in Ingegneria meccanica, molto attesa dal nostro tessuto imprenditoriale, e quella in Scienze motorie associato al diritto sportivo, quindi con una curvatura giuridica. Ciò per essere sempre più attenti a garantire la migliore formazione possibile, spendibile nella fase post-laurea».
Le eccellenze
Un ateneo in crescita che annovera due dipartimenti riconosciuti dal ministero dell’Università e della Ricerca, di eccellenza.
«La scorsa tornata ad essere promosso è stato il dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane (Digies), nella recente il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, delle Infrastrutture e dell’Energia Sostenibile (Diies). Un riconoscimento singolare se pensiamo che il nostro territorio è segnato da piccole eccellenze nel settore e che non configurano certamente un polo tecnologico. Eppure, evidentemente l’università ha delle forze propulsive interne che a volte possono anche prescindere da quella che la spinta del territorio. C’è da chiedersi cosa di positivo accadrebbe se ci fosse maggiore supporto da parte del contesto all’attività universitaria. Del resto gli stessi dati Almalaurea, allargando l’analisi a tutti i nostri dipartimenti, indicano che la nostra università è ben collegata con il mondo del lavoro, con tanti nostri laureati che trovano impiego dopo la laurea. Il punto dolente è che non lo trovano qui a Reggio ed è proprio questo il campo dove c’è molto da lavorare».
Le sinergie, l’accoglienza e l’inclusione
Una Mediterranea sempre più aperta al territorio con la prima sede calabrese della Scuola nazionale dell’Amministrazione e le esperienze del Polo penitenziario e dell’Erasmus italiano.
«Il polo formativo territoriale Sna della Calabria ha sede a Reggio Calabria presso la nostra università. Si tratta della prima e, al momento, unica sede di Calabria, tra le prime anche in Italia. Un polo che, dopo le iniziali giustificabili, adesso è partito ed è ben collegato. Esso genererà crescita anche in termini di opportunità per nostri laureati.
L’esperienza del Polo penitenziario ha già dato un risultato al di sopra delle nostre aspettative, grazie alla straordinaria sensibilità delle dirigenze dei due istituti penitenziari di Reggio e Arghillà. Circa una trentina sono gli iscritti e distribuiti su tutti i nostri corsi di laurea. Ne siamo davvero contenti.
Per quanto soddisfatti, ci aspettiamo di più dall’esperienza dell’Erasmus italiano, avviato con l’università di Bergamo, alla quale siamo stati molto vicini durante il terribile periodo del Covid. Quella che abbiamo avviato, per primi in Italia, è una novità che ha intrigato il panorama universitario nazionale al punto da essere stata qualificata come buona pratica per tutti gli atenei d’Italia. Ci aspettiamo una risposta maggiore sia nei flussi sud – nord e nei flussi nord – sud, con la consapevolezza della necessità di uno sforzo collettivo per rendere sempre più attrattivo questo progetto».
Il caso Dante Alighieri
Tra le questioni che stanno facendo discutere sempre nel panorama universitario c’è anche quel destino dell’università per Stranieri Dante Alighieri.
«La posizione resta di apertura e dialogo, fermo restando che i percorsi e i progetti devono essere basati, ovviamente solo esclusivamente su fini culturali e universitari dunque connotati da una dimensione rigorosamente no profit. Restiamo, pertanto, in linea con la policy della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), che rispetto alle telematiche pone un’apertura vincolata, dunque una chiusura. Dunque, pur disponibili a dialogare e riconoscendo nella Dante Alighieri un patrimonio per la città e per il territorio, assumiamo questa come linea maestra».
Il polo di medicina
Tornato di attualità la proposta del polo di Medicina a Reggio Calabria.
«Riteniamo questa un’idea ottima, volano di crescita a patto che vi sia un progetto sostenibile che tenga conto della necessità di ingenti investimenti in termini di strutture e di personale medico. Per quanto connotato da reparti di eccellenza il Gom non è, infatti, un ospedale universitario. Dunque occorrono investimenti e soprattutto, anche in questa circostanza, un impegno corale di tutti gli attori istituzionali, a tutti i livelli. Credo per altro che Reggio e la sua storia lo meritino se pensiamo che qui vi era la facoltà di Medicina, prima che Reggio fosse svuotata di tutte le competenze mediche, in blocco trasferite all’università di Catanzaro».
Il campus universitario
Nel futuro della Mediterranea anche il campus universitario, con le risorse dell’emendamento Cannizzaro alla Legge di Bilancio 2025, pari a 4 milioni di euro.
«Diversamente da progetti precedenti, la nostra idea oggi è quella di incrementare i servizi degli studenti e avanzare sulle tre direttrici della residenzialità, della formazione e dell’aggregazione e della socialità. Il nostro modello di crescita è quello della cittadella universitaria. Benché vicine, le nostre strutture non sono contigue. Nuovi immobili ospiteranno altre strutture capaci di assolvere a queste tre funzioni più importanti per rafforzare la presenza ramificata sul territorio. Per sua vocazione profondo è lo sguardo sull’area del Mediterraneo e l’attitudine all’accoglienza, Quest’anno – ha annunciato il rettore in conclusione il rettore Giuseppe Zimbalatti – ospiteremo quattro rifugiati provenienti da zone di guerra. Speriamo di offrire una possibilità di studio e formazione in un ambiente il più possibile familiare».