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A Roma un parco in memoria di Peppe Valarioti, dirigente comunista di Rosarno ucciso dalla ‘ndrangheta

In occasione del 44° anniversario del delitto del giovane e coraggioso segretario del Pci di Rosarno, la cerimonia di inaugurazione alla presenza dei familiari giunti dalla Calabria

A Roma un parco in memoria di Peppe Valarioti, dirigente comunista di Rosarno ucciso dalla ‘ndrangheta

Spiccano i suoi trent’anni (1950-1980) sulla targa che da stamattina si erge nel parco al numero 104 di vie Diego Fabri, nel municipio 4 di Roma. I trent’anni che aveva il coraggioso e appassionato dirigente comunista, Peppe Valarioti (“politico vittima della ‘ndrangheta”) quando fu ucciso dalla ‘ndrangheta, proprio l’11 giugno di 44 anni fa.

È stato scelto proprio questo giorno per inaugurare questo luogo che in cui, nella Capitale, continueranno a risuonare il nome, la storia e l’impegno di Peppe Valarioti, ucciso a Nicotera l’11 giugno del 1980, quando con i compagni era andato a festeggiare la vittoria elettorale del partito Comunista a Rosarno.

L’intitolazione odierna è frutto dell’iniziativa dell’associazione antimafia da Sud che con i consiglieri di Roma Capitale Giammarco Palmieri, primo firmatario, e Nella Converti avevano steso la mozione poi approvata all’unanimità dall’assemblea capitolina nei mesi scorsi. Oggi la cerimonia con la scopertura della targa in questo parco che legherà per sempre la storia di Peppe Valarioti all’intero nostro Paese.

Con l’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor, e i consiglieri comunali promotori Giammarco Palmieri e Nella Converti, il fondatore dell’associazione daSud Danilo Chirico, i familiari di Peppe. Arrivati dalla Calabria, la sorella Angela, la nipote Caterina Palaia, figlia della sorella Francesca Valarioti, Caterina Naso, moglie di un nipote di Peppe, e il pronipote Domenico Bottiglieri. Presente con loro anche Carmela Ferro. All’epoca fidanzata di Peppe Valarioti e oggi testimone impegnata, soprattutto nelle scuole, del suo fervore culturale e della sua passione civile.

La memoria antidoto all’indifferenza e alle mafie

«Il silenzio e l’assenza di memoria sono complici delle mafie. Per questo oggi abbiamo intitolato a Roma, nel quartiere di San Basilio, un parco a Giuseppe Valarioti, politico, intellettuale, dirigente del Pci e vittima di ‘ndrangheta. Il suo è stato il primo omicidio politico della Calabria, un omicidio che ancora oggi non ha -vergognosamente- un colpevole condannato.  Eppure quel colpevole ha un nome molto chiaro: ‘Ndrangheta.

Ogni giorno, nello svolgimento delle nostre funzioni, dobbiamo far sì che nelle zone delle nostre città dove le mafie arrivano prima delle istituzioni, ci siano le nostre politiche di welfare, ci sia il lavoro e si creino spazi per la cultura e la socialità. Perché il nostro scopo deve essere quello di impedire che le persone finiscano tra le braccia della criminalità organizzata, dando a tutte e tutti le stesse possibilità di partenza. Solo così saremo in grado di contrastare veramente le mafie. Lo dobbiamo alle cittadine e ai cittadini. Lo dobbiamo a Giuseppe. “Se non lo facciamo noi, chi deve farlo?». Così la consigliera Nella Converti, ringraziando l’associazione DaSud e i familiari di Peppe Valarioti, nel suo post su fb.

La storia

Sono trascorsi quarantaquattro anni e quel delitto resta ancora impunito, senza verità. La vicenda giudiziaria seguita al primo delitto politico-mafioso calabrese è stata scandita da omissioni, assoluzioni per insufficienza di prove e archiviazioni.

Classe 1950, diplomato al liceo classico Nicola Pizi di Palmi, laureato in Lettere Classiche all’università di Messina, Giuseppe Valarioti era professore di Lettere al liceo scientifico Raffaele Piria di Rosarno. Appassionato di studi archeologici dell’antica Medma, aveva uno spirito indomito, un intelletto vivace e un’autentica fede comunista. Era segretario di sezione e consigliere comunale di Rosarno. Denunciava incessantemente le ingiustizie sociali generate dalle angherie della ndrangheta e da un sistema di compiacenze e connivenze. Debellare queste ingiustizie e questo sistema era per lui l’unica via per costruire una società libera e giusta.

Il ricordo di Arturo Lavorato e l’iniziativa a Reggio

In omaggio a Peppe Valarioti, a Reggio Calabria giovedì 13 giugno ore 18.30 a Spazio Open di via Filippini si terrà la presentazione del volume di Giuseppe Lavorato intitolato “Peppe Valarioti, il primo assassinio politico compiuto dalla ‘ndrangheta” (Città del Sole edizioni).
Converseranno con l’autore, moderati dal giornalista ed editore del libro Franco Arcidiaco, l’avvocato Pino Morabito e l’attivista Peppe Falleti.

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