venerdì,Febbraio 7 2025

A TU PER TU | Reggio, lo studio epidemiologico nei quartieri degradati e il nodo della Privacy – VIDEO

Il dirigente dell'istituto di Fisiologia Clinica (Cnr), ospite della nuova puntata di A tu per tu, spiega lo stato dell'arte dell'indagine avviata nel 2023 su impulso dell'ufficio della Garante della Salute Anna Maria Stanganelli

A TU PER TU | Reggio, lo studio epidemiologico nei quartieri degradati e il nodo della Privacy – VIDEO

«Attenzione a non attribuire attuali patologie tumorali a quanto accaduto negli ultimi tre, quattro, cinque anni. Esse, qualora fosse accertato il nesso di causalità con il degrado ambientale, sarebbero da attribuire a un’esposizione risalente almeno a un decennio fa».

Rinsalda la necessità dell’indagine epidemiologica in atto, facendo tuttavia chiarezza Giovanni Tripepi, dirigente di Ricerca dell’Istituto di Fisiologia Clinica di Reggio Calabria e rappresentante del Cnr che a titolo gratuito sta affiancando la garante regionale per la salute Anna Maria Stanganelli nello studio epidemiologico volto ad appurare, in collaborazione con l’asp e il Gom, se vi sia un nesso di causalità tra il degrado e i veleni sprigionati dai roghi dei rifiuti e l’incidenza tumorale registrata in alcuni quartieri particolarmente critici dal punto di vista igienico-sanitario di Reggio Calabria. Tra questi Arghillà, rione Marconi, Mortara, Mosorrofa e non solo.

In alcuni di questi quartieri sono stati registrati dei miglioramenti che tuttavia non sono complessivi ma riguardano alcune aree degli stessi. Dunque questo studio è necessario e resta attualissimo, in previsione di quelli che potrebbero essere gli effetti del degrado ancora oggi non debellato sulla salute dei residenti in futuro. Appurare quanto accade oggi per l’incuria di ieri, potrebbe dare speranza a chi oggi è ancora solo esposto, creando le condizioni per un’analisi in grado di generare prevenzione.

Ospite del format del Reggino.it A tu per tu, Giovanni Tripepi, ha riferito delle prime fasi dello studio avviato nel 2023, tracciando anche un quadro di contesto del territorio di Reggio Calabria.

Il contesto e i roghi

«Il nostro territorio ha un’importante peculiarità. È interessato da incendi boschivi che sprigionano sostanze nocive per la salute come certi tipi di particolato, monossido di carbonio, protossido di azoto etc. Essi hanno un impatto negativo sulle funzioni immunitarie e respiratorie e sulla funzione cardiovascolare. Ma abbiamo anche un altro problema. Insieme ai roghi degli arbusti e degli alberi – ha spiegato il dirigente di ricerca, Giovanni Tripepi – ci sono anche quelli dei rifiuti. In questo caso la situazione è ancora più critica, perché questi roghi in cui bruciano anche materiali plastici producendo diossina, un agente cancerogeno che espone all’alto rischio di neoplasie a carico del sistema immunitario, del sistema endocrino e del sistema nervoso centrale.

La coesistenza di questi due problemi, incendi boschivi e roghi dei rifiuti, produce degli effetti che vanno aldilà della semplice sommatoria perché acquisiscono un effetto moltiplicatore. I cittadini hanno, dunque, ragione ad essere preoccupati. Questo studio si propone di analizzare l’evoluzione temporale dei ricoveri e la loro incidenza in determinati quartieri del nostro contesto per appurare eventuali nessi di causalità. Proveremo, così a dare delle risposte alla cittadinanza e a contribuire alla prevenzione».

I dati del registro tumori dell’asp

«In occasione di un recente colloquio con la direttrice dell’asp, Lucia Di Furia, ho già incassato la sua massima disponibilità per una indagine ad hoc per macro aree ma intanto abbiamo già analizzato i dati del registro tumori dell’asp, accessibili e rilasciati dai titolari già in origine per motivi di ricerca. Sulla base di questi possiamo tranquillizzare la cittadinanza dal punto di vista della mortalità e dell’incidenza tumorale sul territorio provinciale. Possiamo, infatti, affermare – ha spiegato ancora il dirigente di ricerca, Giovanni Tripepi – che nei tre distretti di Reggio Calabria, Ionico, Tirrenico e Centro, non c’è un eccesso alcuno per nessun tipo di neoplasia, ad eccezione dei tumori della tiroide che sono un pò più alti, sia negli uomini che nelle donne, rispetto alla media nazionale Tutto è dunque nella media e qualche volta anche al di sotto».

Dunque, non si muore più che altrove di tumore a Reggio Calabria. Ma i dati decisivi, quelli disaggregati per quartiere di residenza per capire che vi sia una concentrazione da analizzare, sono quelli attesi in consegna dal Gom che però prima dovrà autorizzato dal Garante della Privacy. Il Grande ospedale metropolitano acquisisce i dati per motivi di cure ma al Cnr dovrebbe rilasciarli per motivi di ricerca, dunque per una finalità alla quale i pazienti non hanno originariamente prestato il necessario consenso.

Il consenso del Garante nazionale della Privacy per i dati del Gom

L’emendamento, approvato lo scorso anno su proposta della senatrice calabrese della Lega, Simona Loizzo, consente, nell’impossibilità di ottenere il consenso dell’interessato, i dati personali siano trattati per fini di ricerca scientifica in ambito medico, biomedico ed epidemiologico in costanza di parere favorevole del competente comitato etico e in osservanza delle garanzie dettate dal Garante per la protezione dei dati personali. Dunque i dati rilasciati al Gom per motivi di cura potranno essere utilizzati per scopi di ricerca, anche senza singolo consenso ma con autorizzazione, che potremmo definire complessiva o cumulativa, che la struttura dovrà richiedere al Garante nazionale della Privacy.

«Un’autorizzazione – ha spiegato il dirigente di ricerca Cnr, Giovanni Tripepi – che il Garante darà sulla scorta del progetto relativo allo studio epidemiologico, che il Cnr ha già approntato, e di una istanza articolata in cui il Gom illustrerà nel dettaglio come verranno estrapolati i dati per metterli a disposizione del Cnr. Un’istanza che implica la compilazione di un documento strutturato per il quale sono necessarie delle competenze legali e competenze informatiche aggiornate che certamente il Gom saprà trovare. Il commissario straordinario Gianluigi Scaffidi, con cui ho già parlato, ha assicurato massimi collaborazione, impegno e disponibilità».

La prospettiva di un osservatorio epidemiologico

Un passaggio di non poco conto che questo pool in costituzione al Gom eseguirà e dopo il quale il Cnr, per parte sua, si dice già pronto.

«I nostri server – ha sottolineato ancora il dirigente di ricerca Cnr, Giovanni Tripepi – sono stati già adeguati per accogliere e analizzare questi dati. Abbiamo fatto investimenti in conoscenza e in software, e questo è importante sottolinearlo, per essere in grado di analizzare la mole di dati. Quando ci verranno consegnati i dati nel formato idoneo che abbiamo richiesto, sarà questione di settimane prima di avere gli esiti che, naturalmente, presenteremo alla cittadinanza. Noi siamo pronti e siamo fiduciosi. Questa potrebbe rivelarsi un’esperienza, unica al sud Italia, utile a gettare le basi per la creazione osservatorio epidemiologico nella nostra città. Un presidio che, rilevando determinare incidenze in certi quartieri, darebbe impulso alle istituzioni, orientandone le politiche sanitarie e ambientali e gli interventi di bonifica».

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