Aeroporto Reggio, il 2024 sarà un altro anno di attese – VIDEO
Le nuove tratte e compagnie, l'ammodernamento dell'aerostazione, le nuove procedure per mitigare le restrizioni e l'incremento dei passeggeri. Ecco cosa ancora aspetta lo scalo Tito Minniti in questo anno che inizia
La fine dell’anno vecchio, il principio del nuovo e quel tempo di bilanci che è auspicabile non traccino solo prospettive, segnando anche una stagione concretezza. Di questo scatto l’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria resta purtroppo ancora in attesa. Nonostante gli annunci rincorsisi anche nell’anno appena concluso e i passi in avanti compiuti sul fronte dei lavori di ammodernamento, attività in capo a Sacal con i fondi del Cis Volare in cui rientrano anche i 25 milioni di euro dell’emendamento Cannizzaro. Ancora in fase preparatoria, infatti, il cantiere più importante relativo alla riqualificazione dell’aerostazione con il rilevante ostacolo del depuratore troppo vicino da superare.
Dato positivo resta la redazione del primo masterplan dello scalo a cura del rinomato architetto Giulio De Carli, che apre a prospettive nuove e incoraggianti per lo scalo. Resta, comunque, il nodo dei voli.
Tratte ancora ai minimi termini
Ancora nessuna nuova tratta è stata attivata. Il 2022 era iniziato con l’attesa del bando per tre nuove rotte nazionali (andato deserto). Questo 2024 si apre con l’attesa di una compagnia low cost che potrebbe essere, ma il condizionale è d’obbligo, l’irlandese Ryanair, che consenta allo scalo anche di tornare ad aprirsi all’estero. Ancora però si resta sulle sole rotte per Roma Fiumicino e Milano Linate servite da Ita Airways a prezzi tutt’altro che competitivi, con la nota dolente. Altre compagnie si propongono e poi si ritirano per carenza di prenotazioni. Era accaduto per i voli estivi annunciati nel 2022 da Aeroitalia. È accaduto in queste festività è accaduto con i voli targati SkyAlps, ampiamente cancellati.
La ricerca della giusta strategia
Dopo il flop degli bandi per le tratte verso Bologna, Venezia e Torino, la Regione si è presa del tempo per ricalibrare la sua strategia puntando su un avviso esplorativo, sugli aiuti di Stato e sulle interlocuzioni con la commissione Europea. In esito, è Sacal che con fondi regionali adesso sta seguendo le trattative mentre la Regione investe sul fronte del marketing turistico.
Lo scorso novembre è stato l’amministratore unico di Sacal, Marco Franchini ad aggiornarci. «In stretta sinergia con la Regione, Sacal, alla quale sono già stati destinati 38 milioni di euro per incentivare le compagnie individuate, sta eseguendo l’attività di Meo test. Si tratta di una valutazione preventiva dei benefici e delle ricadute derivanti dai contributi dati alle compagnie aeree. Già dalla prossima summer season, e per i prossimi tre anni, i collegamenti degli aeroporti calabresi saranno incrementati in termini di frequenza e di destinazioni e così da far aumentare il numero dei passeggeri fino ai sei milioni rispetto ai tre attuali. Abbiamo delle interlocuzioni già ben avviate con Ryainar, Easy jet e Wizz Air con riferimento ai tre scali». Ancora da allora nulla di formalizzato e ufficiale.
Le restrizioni
Come ogni inizio d’anno, a breve sarà ufficializzato l’aggiornamento delle informazioni aeronautiche (Aip) relative allo spazio aereo nazionale. Con ogni probabilità Enav manterrà il paragrafo relativo alle informazioni aggiuntive dedicato proprio alle procedure di volo all’aeroporto di Reggio Calabria e alla qualificazione richiesta per gli equipaggi di volo.
In tema di restrizioni della pista 33, di fatto quella in uso nello scalo, prosegue l’attesa. Il ministero ha annunciato qualche settimana fa che a metà gennaio (forse) quelle nuove procedure alle quali Enav, Enac e Sacal lavorano dal 2022, saranno rilasciate. Esse mitigheranno l’impatto dell’obbligo di addestramento dei piloti sulle compagnie che debbano operare a Reggio Calabria. Obbligo che resta. Una mitigazione anche in termini economici, visto che sarà Enac a farsi carico del simulatore per agevolare le compagnie e favorire lo scalo.
L’intermodalità
Sul fronte dell’intermodalità ancora in corso l’iter amministrativo per i lavori di potenziamento dei collegamenti tra lo scalo e l’hinterland metropolitano attuati da Metrocity. Palazzo Alvaro ha affidato la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica.
Intanto, seppure in fase sperimentale, dallo scorso ottobre è stato predisposto il biglietto unico bus e aliscafo aeroporto di Reggio – porto di Messina e viceversa. La convenzione è stata sottoscritta da Atam, la consorella messinese Atm e il neo gestore del servizio di trasporto veloce nello Stretto tra Reggio Calabria e Messina, Liberty Lines che gestisce il trasporto veloce nell’area dello Stretto. Una sperimentazione i cui frutti saranno adesso valutati per definire i termini nei quali proseguire.
Un futuro ancora di attese
Insomma il 2024 è iniziato ancora il Tito Minniti di Reggio Calabria non ha ritrovato lo splendore che merita.
I tentativi di dare una svolta non sono mancati ma non hanno centrato ancora l’obiettivo. I fattori da valutare sono molteplici. Il dato che risalta è che l’aeroporto dello Stretto, nel cuore del Mediterraneo, non riesce a tornare alle alte quote che in passato, pur con tutte le limitazioni, ha conosciuto e mantenuto per un certo periodo. Occorrono i voli, certo, ma anche i passeggeri e un sistema integrato di servizi ad ampio respiro capace di supportare gli uni e gli altri.
I nodi restano tanti ma nessuno davvero insormontabile. È il caso di ribadire la necessità di uno sforzo comune sinergico imponente. Occorre recuperare pista e tempo lasciati correre invano per accelerare un rilancio ancora possibile, se effettivamente sorretto da volontà e le politiche adeguate ed efficaci.