Reggio, Maysoon incontra le donne del comitato locale per la sua liberazione
La giovane attivista curdo-iraniana ha incontrato Rosalba Marotta del centro Cartella e Lucia Cara, Caterina Iacopino e Luciana Amato dell’Udi. Da oggi a Riace, accolta dal sindaco Mimmo Lucano, dove il prossimo 4 novembre sarà insignita dal Comune della cittadinanza onoraria
«Un incontro molto emozionante. Maysoon, molto provata dal carcere, conserva una grande forza per raccontare la sua storia che è anche quella delle donne curde la cui libertà, unitamente a quella dell’intero popolo curdo, è oggi minacciata».
È unanime il pensiero della delegazione reggina del comitato Free Maysoon, composta da Rosalba Marotta del centro Cartella e da Lucia Cara, Caterina Iacopino e Luciana Amato dell’Udi Reggio Calabria che ieri ha incontrato la giovane attivista crudo-iraniana accusata di essere una scafista e rilasciata dopo quasi dieci mesi di reclusione qualche giorno fa.
Occorrerà attendere l’udienza del 17 novembre (il processo è in corso dinnanzi al tribunale di Crotone, città dov’è sbarcata lo scorso 31 dicembre) per la sentenza di assoluzione o condanna ma intanto sono venuti meno quei «gravi indizi alla base della misura cautelare». Dunque, difesa dall’avvocato reggino Giancarlo Liberati, è stata e scarcerata. Con molta probabilità, attenderà a Riace già da oggi il giorno del suo esame in tribunale e della sentenza. Su impulso del sindaco Mimmo Lucano e dell’amministrazione da lui guidata, il prossimo 4 novembre Maysoon Majidi, sarà insignita della cittadinanza onoraria.
L’accoglienza e l’ascolto
La giovane compiuto 28 anni in carcere e, durante i primi giorni fuori dal carcere trascorsi a Reggio Calabria, ha incontrato una delegazione del comitato che la sta sostenendo durante il processo presso la nuova sede dell’Udi di Reggio Calabria. «Abbiamo donato a Maysoon il nostro calendario e l’abbiamo ascoltata a lungo. È stata una occasione di grande arricchimento to per tutte noi», racconta Caterina Iacopino, presidente dell’Unione Donne in Italia (Udi) Reggio Calabria.
Indipendenza e autodeterminazione per il popolo curdo
«Ci ha profondamente colpito la sua fragilità unita alla sua grande determinazione. Ci ha parlato del suo impegno per la causa del popolo curdo minacciato dai governi che non riconoscono la sua esistenza e la sua indipendenza. Ci ha mostrato il suo lavoro di documentazione video. Ha raccontato – riferisce Lucia Cara – quanto questa situazione generi repressione e impatti sulla condizione delle donne curde che sarebbero libere, anche di non portare il velo, nel loro Stato se questo potesse essere riconosciuto come sovrano. Invece subiscono la dura repressione dei governi iraniano, iracheno, turco e siriano che impongono, con la violenza, il loro dominio politico e la loro cultura, compresa quelle oppressiva nei confronti delle donne».
Così Lucia Cara del comitato Free Maysoon Majidi che ha già annunciato che lunedì 28 ottobre alle 15 sarà a Locri, per la nuova udienza dibattimentale del processo che vede imputata la giovane iraniana Marjan Jamali. Anche lei è stata accusata di essere una scafista subito dopo lo sbarco avvenuto a Roccella nell’ottobre scorso. Marjan è ai domiciliari dallo scorso maggio, accolta a Camini, nel reggino, con il figlio di otto anni giunto via mare con lei. Con le attiviste del comitato a Locri, lunedì ci sarà anche Maysoon.
“Donna, vita, libertà – Jin Jîyan, Azadî”
«Per noi, impegnati da tempo sul fronte della sensibilizzazione riguardo la causa di liberazione del popolo curdo, della denuncia della dura repressione del governo turco in Rojava, è stato un incontro molto emozionante. Maysoon è stata molto generosa e disponibile, oltre che orgogliosissima di essere curda. È stata davvero molto contenta di ricevere in dono il libro “Donna, vita, libertà – Jin Jîyan, Azadî“, slogan politico curdo del movimento indipendentista e del confederalismo democratico, rilanciato in Iran a seguito della tragica morte del giovane curda Mahsa Amini, ridotta in coma dalla polizia morale per avere indossato male il velo nel 2022. Quando ha visto il libro lo fa definito una prova della loro esistenza, in quando popolo e in quanto donne libere, in lotta per la loro autodeterminazione. Credo sia importante contribuire a dare voce a questa sua importante testimonianza». Così Rosalba Marotta del comitato Free Maysoon Majidi.
Luce sulle storie di migrazioni
Il caso di Maysoon continua ad avere risonanza nazionale. Amnesty International Italia (che aveva lanciato una petizione per il suo rilascio), Università degli Studi Roma Tre e Centro socio culturale Ararat organizzano per martedì 29 ottobre la tavola rotonda, presso il dipartimento di Giurisprudenza alle ore 16, dal titolo “Dibattito sul diritto di migrare, sul diritto di cercare protezione e sulla criminalizzazione della solidarietà”. Un’occasione per fare più luce sulle storie, come quella di Maysoon ,quasi sempre ignorate. Seguiranno sempre a Roma, al largo Dino Frisullo alle ore 19:30, la proiezione del cortometraggio “Thirsty flight”, di Maysoon Majidi e di Edris Abdi, con dibattito e aperitivo. Sarà presente il comitato Free Maysoon Majidi.