Nel silenzio dopo la pioggia, l’Arena di Reggio si sveglia lenta. Una pozzanghera riflette Athena, mentre attorno la vita riprende — i pescatori, il mare, il tempo che ricomincia
Una corsa sotto la pioggia, gocce sul vetro e il mare che osserva silenzioso. Reggio Calabria si racconta nei dettagli sfocati, dove il cuore vede meglio degli occhi.
La memoria si incide nella pietra, il mare la sfiora senza sosta. In mezzo, c’è chi si ferma per un istante, lasciando che entrambi gli raccontino la loro storia
Tra le onde e il vento, le barche cullano storie di mare, di mani esperte, di partenze e ritorni. Qui la libertà non è un’idea, ma un orizzonte che si sceglie ogni giorno
Le note si intrecciano al tempo, riempiono lo spazio, diventano memoria. Ogni melodia è un frammento di esistenza che continua a vibrare, anche quando il silenzio cala
Le onde vanno e tornano, i gabbiani sfiorano l’orizzonte, ma c’è sempre qualcosa che resta. Come il mare, come chi sa aspettare senza bisogno di partire